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Cronaca
’A capa ’e Napule
di Luciano Scateni
Viaggia con la Guida Michelin nella borsa Prada e la consulta ovunque lo conducano gli incarichi plurimi in una dozzina di aziende a dimensione planetaria: ruolo minimo amministratore delegato, se no, presidente o direttore generale. E’ vero, ha perso il piacere del mangiar gustoso all’italiana, ma quanto a charme ambientale non ha di che lamentarsi.

I menù sono il risultato di sfide a distanza tra grandi chef, pagati quanto spetta a complessivamente a una trentina di operai:  sul sottopiatto d’argento la portata d’ingresso è microscopica, ornata con l’eleganza creativa possibile solo a un pittore di grido, di indefinibile sapore. Si conclude in un sol boccone e meno male che il pane fragrante, appena sfornato, tampona l’acido cloridrico richiamato nello stomaco dall’idea di cena. Una dopo l’altra, le portate si susseguono con proposte analoghe, ma sottolineate da un “rosso” d’annata che da solo basterebbe a finanziare una consistente borsa di studio per cervelli in via di emigrazione. A tavola si discute con palese fastidio di uno sciopero progettato dal sindacato pensionati. In napoletano?  “’O sazio nun crede ‘o diuno”, Il sazio non crede a chi è digiuno.

Donna Rosetta non la vede, essendo la via del secondo piano di palazzo S.Giacomo dotata di ascensore, onde evitare la ripida scalinata dello storico edificio dove ha sede il Municipio di Napoli. Salisse a piedi, il sindaco donna Rosetta, incrocerebbe Donna Marianna, o almeno la sua effige statuaria, posta appunto sulla scala. Sarebbe un incontro, come definirlo, alla pari, nel senso che Donna Marianna si porta dietro il titolo di ‘A capa ’e Napule.

A tarallucce e vino, si dice per conclusioni concilianti di contese asperrime per il pubblico, superabili tra contendenti con interessi comuni. Vengono in mente alcuni casi di severità istituzionale labile a favore del rispetto di leggi e regole. Napoli è il paradigma della trasgressione ma in buona compagnia. Chi non ricorda l’obbligo di segnalare le fermate dell’auto con un dispositivo luminoso azionato dal freno. Affari d’oro fecero gli elettrauto, ma per poco. E il triangolo?  Multe da orbi se ti beccavano senza: siamo onesti, questa volta i controlli sono durati più di un mese. Venne il tempo delle cinture di sicurezza e adottammo la precauzione che in altri paesi è assolutamente automatica. Oggi si possono mettere in palio euro a profusione e scommettere di non scoprire un napoletano alla guida assicurato dalla famosa cintura. Ma il casco, il casco è da Guinness dei primati.

Vi sono intere città, Aversa è una, dove i negozi di accessori per moto sono falliti e a Napoli a portarlo sono solo i ragazzi bene, altimenti multati da Vigili e affini. Nei quartieri popolari su un motorino 50 si viaggia in quattro (padre, madre e pargoli) senza casco, in senso vietato, con due o tre birre in corpo e a velocità da pista di Imola. Alla fine della corsa si brinda a tarallucci e vino.  
2/11/2007
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