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Calcio
L’Inter comincia frenando
di Mimmo Carratelli
Foto: Agenzia Genova
Roma e Milan, lanciata la sfida-scudetto. Valanga Juve. Sorpresa Samp con Bellucci e Montella. C’è la Fiorentina yè-yè. Si blocca subito il Napoli, ma Reja deve ritoccare modulo e formazione.

Pasqualino marajà, cioè Pasquale Foggia del rione Traiano, fa nel Cagliari tutto quello che gli undici azzurri non fanno nel Napoli. Imperversa a destra, distrugge il conte Contini, beffa il savio Savini, salta l’uomo e pennella un ennesimo cross avvolgente da cui nasce il primo gol dei sardi, poi si procura e segna il rigore del raddoppio cagliaritano.

Un cardinale (Sepe), un ministro (Mastella) e il pubblico ministero delle veline (Woodcock, bello come un attore e con un nome da cartone animato) confortano, in tribuna autorità, il presidente De Laurentiis che in mattinata fa il bagno a Capri e nel pomeriggio ne fa uno doppio a Fuorigrotta, di sudore e di rabbia.

La prima giornata di serie A, riconquistata dopo sei anni, assesta al Napoli un brutto colpo e, in otto minuti (49’ e 57’), si porta via l’imbattibilità del “San Paolo” che durava da quasi tre anni.

La differenza è stata questa. Il Cagliari, infischiandosene delle cessioni di Suazo, Esposito e Langella, schiera una squadra organizzata in cui è proverbiale la fase difensiva anche a nove uomini (già agguerrita l’anno scorso), ma è veloce il cambio difesa-offesa portando il suo esecrabile 4-5-1 a un convinto 4-3-3 buttandosi in avanti. A centrocampo, poi, schiera gente esperta (Biondini, Parola, Conti, Fini) che fa girare la palla e si fionda in avanti per trarre l’unica punta (il cavallone Matri) dalla sua malinconica solitudine. E poiché il Cagliari ha Pasqualino Foggia e il Napoli non ritrova Ezechiele Lavezzi, la sfida fra i due talenti ventenni (24 anni il napoletano, 22 l’argentino) risolve il match.

L’ATTACCO - Un’altra cosa è risultata chiara (e si prevedeva): Zalayeta e Calaiò devono fare coppia fissa e Lavezzi, se ritrova la lampada di Aladino, deve folleggiare alle loro spalle. Una coppia d’attacco con Lavezzi in tandem con Calaiò o Zalayeta non regge. Il Panterone è indispensabile per avere peso e profondità. Se ne avvantaggerebbe lo stesso Calaiò.

Ma Reja rimane inchiavardato nell’ormai poco leggendario 3-5-2 che ha bisogno di un ritocco, di una rivisitazione e di una manipolazione qualsiasi, visti gli uomini di piede buono a disposizione. Dalle fasce i cross di Garics e Savini non producono danni (Ferri e la difesa cagliaritana ribattono implacabilmente). Va meglio con De Zerbi e Bogliacino sugli esterni. Ma era già 0-2.

Non siamo stati nei banchi di Coverciano e chiediamo scusa. Ma vogliamo comprometterci ribadendo questa idea peregrina di avere un centrocampo con Blasi, Hamsik, Gargano e Bogliacino, trequartista Lavezzi, punte Zalayeta e Calaiò. Difesa ovviamente a tre con i rientri degli squalificati Cannavaro e Domizzi, anche se Cupi rimessosi dall’infortunio è andato benino e Maldonado se l’è cavata.

Dalle fasce i cross di Hamsik e Bogliacino non sarebbero inferiori a quelli degli esterni-terzini (Garics/Grava e Savini/Rullo), anzi hanno più qualità nel giro della palla. E i due possono anche difendere (il medico non gliel’ha sconsigliato).

FIASCO A SINISTRA - Abbiamo perso il passo a sinistra con Contini in difficoltà continua contro Foggia al di là del confronto fra un agile brevilineo (Foggia 1,72) e un difensore corazziere (Contini 1,84). Reja non è mai corso ai ripari: magari Grava a sinistra contro Pasqualino marajà, chissà, era meglio.

Poiché il calendario “favorevole” ha offerto quattro partite casalinghe su sei per ambientarsi in serie A, avere perduto la prima è una batosta.

Le note positive vengono da Hamsik, migliore in campo, per autorevolezza, gioco rapido, regista a tutto campo e persino quasi goleador (un palo e un salvataggio del portiere sardo, però già sullo 0-2), e da Blasi gran manovale nella zona centrale. E’ mancata la superiore verve di Gargano, meno incisivo e spudorato. Si dirà che il centrocampo del Cagliari faceva più reparto e sapeva conquistarsi una invidiabile superiorità numerica nell’impostare l’azione. Ma il centrocampo azzurro è di prima qualità e ha bisogno solo di fare esperienza e compattarsi meglio.

Dei sei acquisti, la prova in tono minore di Contini, Gargano e Lavezzi fa rimandare un giudizio definitivo sul nuovo Napoli. Per giunta, la squadra azzurra si è arresa proprio mentre, a inizio di secondo tempo, con Zalayeta in attacco stava producendo miglior gioco e determinazione. Il gol del Cagliari è arrivato come una mazzata.

C’era ancora quasi tutto un tempo per recuperare, ma col caldo asfissiante le energie erano in declino. De Zerbi, entrato al posto di Contini, assicurava sulla destra una vivacità perduta, ma, due minuti dopo il suo ingresso in campo, il raddoppio di Foggia su rigore demoliva il tentativo azzurro di rimonta.

NAPOLETANI PERICOLOSI - Adesso, con una sicurezza che andava subito conquistata, ma è andata persa a primo impatto, il Napoli dovrà cavarsela a Udine (domenica prossima) contro il devastante ambo d’attacco Quagliarella-Floro Flores, altri due napoletani, e poi ospitando, a metà settembre, la Sampdoria di Montella (secondo miglior cannoniere in attività) e Bellucci che a 32 anni ancora ricama e sfonda. Forse ci sarà Cassano.

Siamo subito in salita e già in compagnia di alcune derelitte, come Siena, Livorno, Empoli e persino l’ambizioso Genoa stramazzato a “Marassi” però contro Kakà e soci.

Il campionato è subito tutto una sorpresa. La Juventus di Ranieri, ancora slegata e con la difesa incerta (però c’è un super Chiellini), svetta in classifica con i gol a raffica di Trezeguet e Iaquinta, un tandem che è andato immediatamente alla sfida contro Suazo e Ibrahimovic e l’ha cominciata a vincere allegramente anche se ha infilato le lance nella difesa di burro del Livorno e i due juventini hanno maramaldeggiato negli ultimi dieci minuti con i toscani alla frutta e alla resa incondizionata.

BOTTI BIANCONERI - In ogni caso, i cinque gol della Juve fanno sensazione mentre la corazzata interista si arena sulla spiaggia della difesa udinese (1-1). Cruz si mangia il raddoppio dopo il gol-fulmine di Stankovic, Julio Cesar si fa espellere (intervento di mano fuori area) e Toldo viene infinocchiato da un’autorete di Cordoba al 92’. Questa è l’Inter. Il gigante perde punti con la bambina friulana e non sarà la prima e l’ultima volta della multinazionale nerazzurra per destino e destinazione condannata a patire. Il ghanese Asamoah l’ha fatta impazzire e Floro Flores s’è mangiato un gol fatto. Basta l’assenza di Materazzi a spiegare il maestrale che ha infilato la difesa nerazzurra?

Il Milan (senza Emerson e il dimagrito Ronaldo) ha dato subito gas e il 3-0 di “Marassi” con Ambrosini e Kakà a segno (doppietta del brasiliano, un gol su rigore) lancia la sfida-scudetto e umilia le ambizioni del Genoa, l’altra neopromossa che ha debuttato sul suo campo perdendo. Il Genoa appassionato e aggressivo della serie B deve farsi le ossa nel campionato maggiore. Ci mancava da dodici anni, il ritorno non è mai facile.

Per un’ora imperiosa Roma a Palermo (2-0, gol nel primo tempo di Mexes e Aquilani con gran tiro dalla distanza, una sua specialità) sfoderando il suo gioco irresistibile in cui si è bene inserito Giuly, mentre Vucinic aggiunge ora potenza atletica alle raffinate doti tecniche. Giallorossi senza Pizarro, Mancini e Juan. Bel secondo tempo del Palermo e palo di Miccoli. Rosanero più pericolosi con Simplicio in regia, la grinta di Migliaccio, le folate di Amauri, Miccoli e Cavani. La Roma resisteva con Brighi al posto di Vucinic e Cicinho che sostituiva Giuly. Gongolano Roma e Milan prendendo due punti di vantaggio sull’Inter.

VIOLA YE’-YE’ – La Fiorentina senza Toni e con la “linea verde” è partita di slancio risolvendo nella ripresa il derby regionale con l’Empoli (3-1). Pazzini, l’eroe di una tripletta azzurra a Wembley, ha aperto le marcature. Mutu ha raddoppiato. Il potenziale-gol viola non è da sottovalutare. La Fiorentina yè-yè vuole inserirsi tra le “grandi”. E ha un Vieri nella manica.

A Monaco di Baviera, intanto, Toni segna a ripetizione (tre gol in tre gare) e allo stadio del Bayern, quando va in rete, gli altoparlanti diffondono la canzone di Gianna Nannini “Bello e impossibile”. Ma Monaco di Baviera è città tedesca del sud.

Novellino fa il Toro più Toro e strappa un bel punto a Roma contro la Lazio (2-2). Rosina, primo gol della stagione negli anticipi di sabato, regala un gioiello dei suoi, la squadra granata si batte, il Torino darà filo da torcere a tutti. Senza Novellino vola la Sampdoria di Mazzarri che pare abbia azzeccato il potenziamento più produttivo con gli allegri vecchietti del gol: Bellucci (32 anni), che continua a straripare e a segnare, e Montella (33) che mette a segno il 138° gol della sua carriera di secondo cannoniere in attività (dietro Totti). Prossimamente, sugli schermi blucerchiati è annunciato Cassano. La Samp potrebbe far tombola.

RISCOSSA IN COPPA - Fra tante belle cose, la bandiera a mezz’asta del Napoli fa tenerezza. Reja ha detto di avere giocatori più forti del suo Cagliari con Suazo e Zola. Andiamo a dimostrarlo con una formazione più convincente e la crescita di forma e rendimento dei piccoli talenti.

Mercoledì sera, Napoli-Livorno di Coppa Italia, partita secca, buona occasione per una riscossa immediata evitando la depressione dell’ambiente. Un caffè Lavezzi è d’obbligo. Mandato giù contro il Cagliari, che ci tiri su contro il Livorno. Ma forse ci sarà un avvicendamento: De Zerbi, ritornato vivo, al posto dell’argentino. Perché a Reja piace variare. Escludendo un Napoli avariato.

Foto: Agenzia Genova
26/8/2007
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