Spettacoli
Festa di Piedigrotta - Napoli
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L’ultima “mise en scène” fu ospitata dal Teatro Tenda e dal Maschio Angioino per la regia del maetro De’ Simone nel 1979, ventotto anni dopo, ancora una volta al Teatro Tenda Palapartenope ed al Maschio Angioino, l’opera di Viviani ritorna in una versione contemporanea, ma rispettosa della tradizione, con la regia di Nello Mascia, con gli arrangiamenti musicali di Eugenio Bennato, le coreografie di Ettore Squillace, le scenografie di Raffaele Di Florio e le sculture di Lello Esposito.
Il cast è stato accuratamente scelto da Mascia, Bennato e Squillace, rispettivamente per le parti prosa, canto e ballo ed è formato da artisti giovani e bravi che, entusiasti del progetto, hanno saputo far rinascere con forza personaggi quali, Don Gennaro (Salvatore Musticone), sua moglie Donna Filumena (MariaRosaria Virgili), Papele (Massimo Masiello) e tutta quella umanità riproposta nel testo vivianeo che evoca una Napoli appena uscita dalla guerra che esorcizza tra balli, canti e fuochi, la miseria del periodo post-bellico. Una Napoli antica che non si discosta molto dalla Napoli di oggi, che ancora sente la voglia di riscatto ed ancora ha voglia di ballare e cantare sulla miseria dell’uomo per poterla allontanare.
Lo spettacolo è stato fortemente voluto da Gennaro Manna (Teatro Palapartenope di Napoli) che ha richiesto la collaborazione di Gianni Pinto (Associazione Prospet)per curarne la produzione ed insieme hanno saputo dare il giusto entusiasmo all’intero staff, per una creazione che offrirà nuovo lustro all’opera partenopea.
Lo stesso entusiasmo vissuto anche dal Presidente dell’EPT Dario Scalabrini (che cura l’evento) e dall’Assessore regionale Marco Di Lello, entrambi convinti dell’operazione vivianea, tanto da appoggiare fin da subito il progetto teatrale.
Inoltre data l’importanza e lo spessore dell’opera, la rappresentazione è stata inserita nel più vasto evento della Festa di Piedigrotta, che tornerà a ravvivare le vie di Napoli ai primi di Settembre 2007 e vedrà, come tradizione vuole, la sfilata dei carri, i balli, i canti ed i fuochi.
Napoli ritrova la sua festa più rappresentativa ed il Teatro ritrova alcune tra le sue pagine più significative.
CALENDARIO DELLE RAPPRESENTAZIONI:
26-27-28-29/07/07 - MASCHIO ANGIOINO (NAPOLI)
09-10-11-12/08/07 - MASCHIO ANGIOINO (NAPOLI)
14/08/07 - PAESTUM
02/09/07 - LOCATION DA CONFERMARE
03/09/07 - LOCATION DA CONFERMARE
05/09/07 - LOCATION DA CONFERMARE
07-08-09/09/07 - TEATRO PALAPARTENOPE (NAPOLI)
DAL 30/10/07 AL 25/11/07 - TEATRO BELLINI (NAPOLI)
CENNI STORICI:
LA FESTA DI PIEDIGROTTA:
Nasce nel Seicento come festa di popolo che si recava a Pié di grotta (una grotta che collegava Posillipo alla zona Flegrea) dove sorgeva la Chiesa di S. Maria dell’Itria ed era luogo di diffusa devozione dei locali marinai verso la Madonna che schiaccia il serpente; qui la gente si recava per ingraziarsi la Vergine ed in questa occasione ballava e cantava alla luce delle fiaccole per tutta la notte.
Il suo splendore lo raggiunge con la Monarchia Nazionale di Casa Borbone e precisamente con il re Carlo, molto devoto alla Madonna, che con la vittoria a Velletri contro i tedeschi, consolidò il suo regno. L’8 settembre, giorno in cui il nemico batte ritirata, venne proclamato Festa nazionale e dell’esercito, per cui la parata alla Chiesa della Madonna divenne l’attrazione della solennità.
Come il padre Carlo, anche Ferdinando IV era devoto alla Madonna e mantenne la tradizione di Piedigrotta. Aprì la villa Reale, riservata alla Corte, stabilendo che l’8 settembre, Festa della Madonna e di Piedigrotta, venisse aperta anche al popolo ed ai pellegrini che giungevano a Napoli con i loro carri.
La festa di Piedigrotta nella sua accezione regale, è comunque legata alla cattolicità dei sovrani di Napoli, ecco perché quindi l’ultimo sovrano a regalare al popolo napoletano la classica parata dei militari in sfilata devota fino alla Chiesa di Piedigrotta, fu Francesco II, nipote di Ferdinando IV, che accolse l’occasione di Piedigrotta per mostrarsi per la prima volta in pubblico in veste di Re, recandosi alla Chiesa della Madonna in una Napoli gremita di forestieri giunti da tutte le province fino alla famosa grotta, per festeggiare la Madonna e per assistere entusiasta al fasto delle parate militari e alla sfilata delle carrozze reali.
Con la fine del regno di Napoli non vi furono più parate, dalle province del cessato Regno non accorsero più i pellegrini. Piedigrotta restò festa religiosa, ma perse il suo senso.
Nel corso del tempo la festa di Piedigrotta coinvolge ceti sociali diversi e si arricchisce di nuovi comportamenti rituali: resta la festa, la sua religiosità, ma viene a mancare il fasto delle sfilate, bisognerà aspettare alcune decine di anni per regalare una nuova grandezza alla festa, seppur con un carattere più carnevalesco ed anche più pagano.
La festa di Piedigrotta chiude le sue rappresentazioni negli anni ’80, dopo secoli di storia, quella storia che oggi fortemente vuole essere recuperata, e riproposta nella sua chiave più positiva, nella sua accezione di festa della gente e festa di Napoli.