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Le voci dei quartieri
Il museo a cielo aperto dei Decumani fonte di sviluppo non sfruttata – 39
di Monica Maisto
I Decumani, superiore, inferiore e maggiore, sono un vero “museo a cielo aperto” che raccontano la Napoli greca e romana. Da quattro anni l’associazione “Il Vagabondo” (081-54.47.821), sorta “per vivere e viaggiare nel rispetto dei luoghi e della cultura”, organizza visite “particolari” del centro antico di Napoli dichiarato dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”.

Il Decumano superiore comprende via SS. Apostoli, via Anticaglia e via Sapienza; il Decumano maggiore via dei Tribunali da piazza Dante (Port’Alba) a Porta Capuana; e il Decumano inferiore via Forcella, via San Biagio dei Librai, largo San Domenico Maggiore.

Via Duomo attraversa tutti e tre i Decumani. Il più famoso Decumano è quello conosciuto come Spaccanapoli che, prolungandosi da piazza del Gesù a via Pasquale Scura, con le rampe che portano al corso Vittorio Emanuele, s’incrocia con i Quartieri spagnoli e attraversa tutta Napoli. Se si guarda dal belvedere della certosa di San Martino, la strada che nel Medioevo e nel Rinascimento era una delle vie più aristocratiche della città divide in due parti quasi uguali quella che era la Napoli ottocentesca.

Sergio Fadini è uno dei collaboratori del presidente dell’Associazione, Ileana Sodano. “Le nostre visite ai Decumani sono un po’ particolari. Organizziamo gruppi piccoli da 4 ad un massimo di 10 partecipanti. Il gruppo viene guidato da un ‘facilitatore’ che non è una guida turistica, è una persona che conosce bene il territorio o perché ci abita o perché è a conoscenza di aneddoti e degli aspetti architettonici e artistici dei luoghi. Fa conoscere ai visitatori la vita di tutti i giorni nei Decumani spiegando le mille contraddizioni, narrando fatti accaduti, presentando abitanti del quartiere, consigliando quello che c’è da vedere, da sentire, da mangiare. Cerchiamo di fare ‘vedere’ Napoli per quella che è”.

La visita ai Decumani può essere scelta dal punto di vista esoterico e da quello urbanistico.

“La visita esoterica è un viaggio tra i vicoli di Napoli alla ricerca della parte più nascosta e segreta della città. Dalla fondazione di Napoli si mescolano religioni provenienti da Oriente e dall’Egitto in cui morte e magia erano intrecciati, poi il Cristianesimo ha dato vita a riti unici. Il fascino per l’al di là nella nostra città c’è sempre stato e la visita tocca il Tempio di Iside e la celebre chiesa di Santa Maria del Purgatorio dove la comunicazione con il mondo dei morti non si è mai interrotta. Si prosegue spiegando le credenze del Lotto e le presenze spiritiche e poi il miracolo di San Gennaro, come sempre avvolto nel mistero”.

“Chi è amante dell’aspetto urbanistico – prosegue Ladini - può scegliere la visita tra le stradine del centro antico per conoscere l’immenso patrimonio storico-artistico del nucleo greco-romano, ma soprattutto la stratificazione umana e culturale. A differenza dei centri storici di altre città, il nostro continua ad essere il centro vitale delle attività cittadine ed è densamente abitato e non è un territorio esclusivamente turistico”.

- Come affrontate il problema della sicurezza?

“Nei mesi estivi c’è un presidio incredibile ma queste presenze militari sono temporanee. I raid dei motorini riprendono soprattutto di sera. Ci vuole più prevenzione”.

- Che cosa si può fare?

“Siamo contrari a ‘militarizzare’ la zona oppure a fare dei percorsi ‘protetti’. Siamo coscienti del problema, ma Napoli è così e sarebbe inutile illudere il turista. E’ un problema sociale: bisogna integrare il più possibile il tessuto cittadino e l’economia-turismo. Il turismo non deve essere visto come un ‘nemico’ e gli abitanti del quartiere dovrebbero sentirsi coinvolti. Ad esempio, se si apre una pizzeria, si potrebbe dare il lavoro a quelli del luogo che si sentono emarginati. Chi investe qui spesso non ci vive e non conosce il territorio. Negli ultimi tempi stanno nascendo nuove realtà imprenditoriali piccole e speriamo che questi portino nuova occupazione”.

Sulla sicurezza ne parliamo anche con Riccardo Bedogni che è il responsabile della comunicazione dell’Associazione “Il Vagabondo”.

“E’ un problema atavico e sappiamo quanto venga enfatizzato ogni incidente. Anche la comunicazione esterna deve essere modificata. E’ fondamentale far capire che il turista non è un ‘invasore’. Siamo contrari ad un turismo invasivo e cerchiamo di coinvolgere tutte le attività commerciali del territorio. Il turista porta benessere e fa sviluppare l’economia. Speriamo anche in una maggiore collaborazione con le Circoscrizioni perché uno dei problemi enormi è che i Decumani, nelle ore serali, sono invivibili”.

“Abbiamo ottenuto dei buoni risultati ai Quartieri spagnoli, dove organizziamo delle visite. Abbiamo in programma visite alla zona flegrea, alla Napoli spagnola del ‘600 e nelle stazioni della Metropolitana per spiegare le opere di arte contemporanea presenti. Inoltre, con la vendita dei nostri pacchetti ‘Progetti sviluppo’, finanziamo attività sociali in tutta la città. Cerchiamo di dare il nostro contributo e speriamo che anche le istituzioni ci aiutino”. (39 – continua)
Prossima puntata: I segreti e i misteri di Napoli

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26/11/2004
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