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Cronaca
Cardarelli, le verità… striscianti
di Mario Caruso
Foto dal sito www.striscialanotizia.mediaset.it
Se cerchi fortuna (non per far soldi ma per qualcosa da risolvere) devi giocare le tue carte su una ruota nazionale. Vogliamo dire fuori Napoli e certamente al di là della Campania. La prova della vittoria certa? “Striscia la notizia”.
Il “bassolinismo” non concede intromissioni, è pronto a parare cose e fatti purchè l’eco non tuoni a Roma.
Dopo la chiusura dell’avventura (speriamo presto…) la capitale certo è nei sogni degli “avventurieri” che hanno malgovernato la città di Napoli.

Governatore-sarto per ricucire gli strappi, governatore-architetto-pittore-genetista-sociologo-musicista-poliziotto-vigile-orafo. Tuttofare pur di allontanare la cattiva pubblicità che colpisce le istituzioni da lui controllate, è evidente che oltre la Regione "possiede" anche il Comune.
Ha rinunciato solo all’arte medica, perchè questa scienza l’aveva affidata ad un suo intimo amico grande professore che poi è andato con le dita nella porta ed ora, magistratura permettendo, spera nel rientro. Per il resto il governatore ha messo il cappuccio a tutti.

Ma c’è sempre e comunque un limite. Così l’eco della cattiva assistenza sanitaria imperante a Napoli, e nello specifico la storia delle barelle-killer, è arrivato ad Antonio Ricci, ideatore di “Striscia”. I suoi redattori hanno filmato di tutto. Hanno colto l’essenza del disastro e lo hanno fatto vedere a oltre dieci milioni di spettatori che seguivano in quel momento la brillante trasmissione del “Cinque”.

Grida di dolore, disappunto contro i nemici di Mediaset che avevano osato mettere il naso nelle cose della Regione Campania. E tantissimo nervosismo, come accadde a "Report", quel programma dell’amica Rai di Stato nel quale l’intoccabile governatore inveì contro il perspicace redattore che lo intervistava “mandandolo a fare in…”

Così “Striscia” ha denunciato ciò che avrebbero dovuto da tempo denunciare i camici bianchi che prestano servizio al Cardarelli. Ma Jimmy Ghione, il notissimo e bravo inviato del programma, è andato loro incontro: primari dell’ospedale pungolati dalla trasmissione sono usciti dal buio ed hanno inviato una lettera al direttore generale con la quale gli chiedono di difenderli dai media e di raccontare tutta la verità sulla presenza delle barelle occupate da pazienti nei corridoi.

“Basta con le gogne, perché siamo in trincea”. “Basta gogne mediatiche”.
I primari non ci stanno più al perfido gioco della diffamazione e fissano su tre punti un deciso e rapido intervento del direttore generale: è necessario un incontro con i responsabili della Regione per affrontare il "plus" dei pazienti che chiedono un ricovero, tra l’altro si fa notare che non sono neanche da “codice rosso” e che lasciano vuoti molti ospedali prima di arrivare al Cardarelli; di evitare l’intervento dei media a meno che preventivamente non si preparino dichiarazioni chiare e vicine alla realtà; in ultimo di aumentare il numero di infermieri nei reparti.

Il Cardarelli è nel dna dei napoletani. Chi sta male non chiede altro che di essere condotto al Cardarelli. E’ un ospedale di Pronto Soccorso e di terapia, medica e chirurgica.
Vi lavorano 892 medici in 38 reparti e 1360 infermieri, la struttura dispone di 1330 posti letto. Si valuta che ogni giorno il movimento è di circa diecimila utenti, due ricoveri al minuto.

Purtroppo deve subire il peso di tantissime sigle sindacali, di associazioni umanitarie, dell’Avo e di altri gruppi di volontariato. Nella prima Repubblica addirittura alcuni politici avevano messo sù comitati elettorali nei viali dell’ospedale.
Il dottor Vittorio Russo, noto negli ambienti scientifici, è primario della Medicina d’Urgenza e coordinatore dell’emergenza: “Le responsabilità - afferma Russo - vanno ricercate nell’inefficienza della politica.
Noi abbiamo certo una colpa, quella di offrire una risposta sanitaria che altri rifiutano. Ma è veramente una colpa?”

“Ogni giorno - sottolinea Russo – in Pronto Soccorso arrivano oltre 550 pazienti, il nostro reparto ha una utilizzazione di posti letto del 154 per cento, a fronte del 60% della media nazionale”.
E il Piano Ospedaliero? Tanto decantato e pubblicizzato finanche dal governatore, come un’offerta che veniva elargita dalle istituzioni ai sofferenti. Napoli “capitale europea degli ospedali…” E invece il PO rivela più disagi di ospedalizzazione e non aiuta a risolvere le emergenze e certamente il lavoro fantascientifico del 118, il telefono amico sordo alle chiamate.

Tutto fa brodo, ai politici. Tutto fa acqua, ai sofferenti. L’assessore alla Sanità è sempre incollato alla sua poltrona, avvolto nel suo vestito delle cerimonie. Non viene contestato perchè può contare su solide amicizie politiche o su politicanti che ritengono di non buttare benzina nel braciere della coalizione, di centrosinistra.
Insomma è meglio di Prodi!
23/2/2007
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