Le fogne non portano voti
di Mimmo Carratelli
Napoli, la città dei fori imperiali - Nona puntata - Nella casa dell’ingegnere Michele Pagano una preziosa e rara biblioteca sul sottosuolo napoletano. Quello fognario è un problema trascurato perché è il meno significativo per dimostrare ai cittadini i meriti dei politici al potere. Quando avvengono i disastri, la colpa è sempre dei predecessori. Una rete priva di sistemi di allarme: l’adeguamento dei dispositivi di controllo avrebbe un costo elevato. Si interviene dopo che il danno si rivela e le sciagure cadono nell’oblìo. La sicurezza dei napoletani? E’ il bene più lodato a parole e il più ignorato nei fatti.

Al quarto piano di un edificio di Parco Comola esiste la biblioteca più esauriente e preziosa sul sottosuolo napoletano. Libri, mappe e pubblicazioni rare o in commercio come forse non se ne trovano alla Biblioteca nazionale e chissà se gli uffici tecnici e gli assessorati competenti del Comune ne conservano copie. Più no che si, a meno che non giacciano in angoli remoti, polverosi e dimenticati.

Nella casa dell’ingegnere Michele Pagano, che ha gli anni della saggezza e dell’esperienza e la vivacità intellettuale di uno studioso evergreen, autore egli stesso di pubblicazioni di alto livello e interesse, attivissimo e incorruttibile perito nei disastri cittadini, crolli, cedimenti e voragini, c’è tutto sul sottosuolo napoletano.

Per la particolare condizione del territorio, e per la sicurezza dei cittadini, che dovrebbe essere un bene primario da proteggere sopra ogni cosa, il problema del sottosuolo napoletano dovrebbe stare in cima ai pensieri degli amministratori della città. Perché, tra fogne e cavità naturali o provocate dall’uomo, il disastro è dietro l’angolo e la morte è in agguato.

Se un sindaco si pone delle priorità tra i problemi di Napoli, la condizione precaria e pericolosa del sottosuolo dovrebbe stare al primo posto. Ma non è così.

L’ingegnere Pagano ha una spiegazione perfettamente condivisibile: “Fermiamoci alle fogne. Delle cavità parleremo in seguito. La disfunzione del sistema fognario è in testa alle disfunzioni cittadine. Il servizio è generalmente il più trascurato dalla programmazione degli interventi di manutenzione malgrado che sia vitale per il funzionamento del contesto urbano.”

Vitale, si può dire, in senso ancora più ampio. Cioè vitale non solo per la sicurezza abitativa, ma per la vita stessa dei napoletani. Le fogne sono all’origine di dissesti piccoli, grandi e rovinosi. Ma non è un pensiero assillante. Non lo è per gli amministratori.

Ed ecco la spiegazione dell’ingegnere Pagano: “Il motivo per cui il sistema fognario viene generalmente trascurato è che esso è il meno significativo per dimostrare ai cittadini i meriti dei politici di turno al potere.”

Oh, bella. E perché? Perché, dice l’ingegnere Pagano, l’inaugurazione di una fogna non si presta a cerimonie che incantano il pubblico e portano voti.

“Gli amministratori cittadini privilegiano l’assegnazione delle risorse a quei settori dei servizi che producano con immediatezza un tangibile progresso di benessere che resti impresso nella memoria del corpo elettorale.”

- Ma, quando si apre una voragine, il pubblico protesta.

Risponde l’ingegnere Pagano: “Sì che protesta perché il pericolo è grande. Ma i politici di turno al potere sono pronti ad addebitare ai loro predecessori ogni inconveniente.”

- La faccenda si chiude così, all’italiana? La colpa è sempre “degli altri”.

“Ne consegue – aggiunge l’ingegnere Pagano – che si rinviano sempre le ristrutturazioni dei sistemi fognari e, quando questi danno luogo a dissesti, anzi a catastrofi, si ricorre alla strategia già detta: la colpa degli altri.”

- Ma ci sono contini segnali di pericolo, come si fa a rinviare?

“Non solo i segnali sono continui, ma sono sempre chiari. L’impianto non è più capace da tempo di reggere alla crescita di carico idrico dei nuovi insediamenti. Questo per quanto riguarda le fogne. Poi c’è il grosso problema delle cavità. Molte opere pubbliche realizzate o che si vanno realizzando attentano a un equilibrio precario.”

- Ovverosia metropolitana e linea tranviaria rapida, e il tunnel programmato sotto via Acton, una di quelle realizzazione che colpisce la fantasia degli elettori.

“Occorrerebbe bloccare ogni sviluppo immediato e impegnare tutte le risorse disponibili in opere che, stando sotto terra, sono state e sono ignorate da ogni programmazione.”

- Chi può fare tanto, perché di tanto si tratta? Un santo, un martire, un sindaco solamente perspicace?

“Il problema è sicuramente complesso. Spesso non si sa nemmeno come sono fatti gli impianti fognari e quali siano le loro condizioni di funzionabilità. Essendo nascosti nel sottosuolo, sono gli impianti più difficilmente sorvegliabili. Per questo motivo, anche i loro dissesti restano spesso ignorati per lungo tempo.”

- E allora si resta con le mani in mano, in attesa che un disastro grave mobiliti almeno un po’ di attenzione.

“Si diagnosticano le disfunzioni delle fogne nel sottosuolo attraverso i danni che si manifestano in superficie. Ciò dipende dal fatto che le reti fognarie non sono dotate di un sistema di allarme. I dispositivi di ispezione e controllo della funzionalità della rete fognaria spesso non sono idonei. Peraltro l’adeguamento dei dispositivi di controllo avrebbe un costo elevato e comunque di minore rendimento politico.”

- E la sicurezza dei napoletani?

“E’ il bene più lodato a parole e il più trascurato nei fatti.”

- Salvo piangere lacrime di coccodrillo e inscenare manifestazioni di ipocrita solidarietà quando avviene il peggio.

“Nessuno rispetta la sicurezza. Chi ne pretende il rispetto, in genere, è inviso a resta quasi sempre inascoltato. Perché bloccherebbe interessi cospicui.”

- Cassandre moderne. Ma nemmeno le catastrofi smuovono niente?

“Si dimenticano facilmente. Il clamore si placa, la tragedia cade nell’oblìo. Al più vengono strumentalizzate dai politici per incrementare le richieste di immediate sovvenzioni pubbliche che, poi, non sempre sono utilizzate per aumentare la sicurezza, ma per soddisfare altre esigenze.”

- Allora, stiamo discutendo di un problema che non si vuole risolvere o che è addirittura irrisolvibile.

“A Napoli esiste per le fogne una insufficienza di fondo: di funzionalità di tipologia costruttiva, di materiali, di tecnologie. Esiste una assoluta inadeguatezza della rete in relazione al servizio da espletare per lo sbilancio tra la portata che la rete dovrebbe smaltire e quella di cui è effettivamente capace, nonché tra la qualità strutturale del condotto, ormai vetusto e inidoneo, e lo stress indotto dai carichi agenti dall’esterno, le grandi piogge per esempio, e dall’interno delle condotte, cioè la portata eccessiva delle acque. Il funzionamento a pelo libero... Lei sa che cos’è il pelo libero?”

- Più o meno. E’ quando il liquido scorre sino a metà altezza della condotta. L’altra metà rimane libera. Non è un pelo d’altezza, ma si dice pelo libero. E’ così?

“Si può volgarizzare così. Ora il funzionamento a pelo libero, che è un funzionamento di sicurezza, è spesso impossibile per il sovraccarico delle condotte di cui abbiamo già detto. Allora, tutta la condotta è piena d’acqua, sino alla cupola. Il risultato è che la condotta, stracarica, va in pressione e scoppia.”

- Scoppiando in profondità, s’aprono in superficie le voragini.

L’ingegnere Pagano taglia corto: “Il fenomeno è più complesso. Ne parliamo la prossima volta.”
25/10/2006
  
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