3/10/2007
Museo dell’ateismo di Arturo Capasso
Recentemente, durante un dibattito televisivo, si è accennato al museo dell’ateismo di Mosca. Queste particolari strutture erano in varie città dell’Urss, e dopo la caduta del muro sono stati velocemente smantellate.
Ricordo quello di Pietroburgo – allora chiamata Leningrado – forse il museo più importante e il più visitato
A Leningrado, nel centro della Nievski, c’è il Kazànskij Sabòr: una chiesa costruita nel 1811 dal Voronikin e trasformata nel 1932 in museo di storia della religione e dell’ateismo.
Nelle prime sale sono messe in risalto le opere degli scienziati di tutte le epoche, che hanno aperto nuove vie alla conoscenza dell’uomo e vengono riportate su pannelli frasi di pensatori illustri contro la religione e sulla necessità di avere fede in se stessi.
Grosso richiamo per Massimo Gorkij, che disse. “Chi può essere più forte della nostra volontà e ragione? La nostra ragione, la nostra volontà, ecco ciò che fa miracoli”.
Il visitatore s’imbatte in dichiarazioni del Comitato Centrale del PCUS inneggianti ai voli spaziali, ennesima prova della superiorità dell’uomo.
La sezione sulla Grecia presenta un certo di stacco nella presentazione; molto polemiche, invece, quelle sul giudaismo e cristianesimo. E’ indicato l’analogo contenuto fra alcuni passi del codice di Hammurabi e i Dieci Coimandamenti; segue una informazione dettagliata sul ritrovamento dei manoscritti del Mar Morto.
Per il cristianesimo, l’impegno maggiore è contro la chiesa greco-ortodossa . E’ presentata come strumento di oppressione in mano agli zar, mentre il popolo viveva nella miseria più nera, elemosinando per un pezzo di pane. Di sicuro effetto un grosso quadro a olio raffigurante Lev Tolstoij all’inferno. Infatti, il grande scrittore fu “espulso” col sinodo del 1901, ma continuò ad essere popolare fra tutti i russi , che non lo ritenevano un peccatore, e apprezzavano i suoi interventi di grande spessore morale e filantropico.
I visitatori ridono divertiti dinanzi al loro autore preferito fatto sprofondare in un cattivo immaginoso aldilà.
Segue l’attività dei rivoluzionari degli anni sessanta e ottanta, per arrivare alla trionfale Rivoluzione d’Ottobre, con la quale l’individuo vede finalmente la sua dignità affermarsi.
Più avanti, un grosso bronzo rappresenta una donna di campagna con un bambino fra le braccia ed una pesante croce sulle spalle.
“Vedete com’era triste la vita per una donna, soltanto lavorare e star male, pensare a vivere in questo inferno per prepararsi a ben morire” Così dice il giovane accompagnatore ad un folto gruppo di visitatori. E aggiunge che sotto il socialismo la donna ha diritti ben saldi, vive appieno la sua vita, collabora al progresso della società.
Nel piano interrato è rappresentata l’attività del tribunale dell’Inquisizione e del mondo cattolico in generale.
E’ molto spinta la polemica contro il Vaticano. Ci sono caricature, espressioni irriguardose, l’indice dei libri proibiti, ritagli di giornali.
Si vuole rappresentare il Vaticano come strumento di potere in mano a pochi gerarchi affaristi e capitalisti, che collaborano con l’imperialismo ed aiutarono il nazismo.
In un volume in vendita all’ingresso “Asnovy naucnavo ateizma” ( Principi d’ateismo scientifico), di ben 458 pagine e pubblicato a Mosca a cura dell’Istituto di Filosofia dell’Accademia delle Scienze, si legge che il Vaticano effettuò una duplice montatura: Lourdes, sfruttata a fini religiosi, e Fatima, di pretta impronta antisovietica, giacché si chiedeva la conversione della Russia al cattolicesimo proprio durante la svolta decisiva della Rivoluzione d’Ottobre.
Né il Vaticano tralasciò la Cina, canonizzando i gesuiti e i ragazzi uccisi nel 1900: “Questo atto – la canonizzazione – fu una dimostrazione della chiesa contro il popolo della Cina”.
Kazànski Sabòr è visitata da migliaia di persone, alle quali si vuole dare la possibilità di ripetere mnemonicamente alcuni giudizi di forte effetto; si vuole altresì inculcare nel loro animo che ormai le religioni stanno per tramontare, unitamente al loro malefico influsso, mentre il mondo volge verso il comunismo, che ha segnato la liberazione dell’individuo dai vecchi pregiudizi e dalle scorie medievali, fin troppo numerose.
Diverse volte sono entrato nelle chiese di rito ortodosso, scampate alla furia di mani rapaci, piene di odio. Furono abbattute chiese bellissime e il materiale impiegato per orribili case del popolo. Mani pietose deposero croci al posto di quelle chiese, autentiche opere d’arte.
Incontravo, entrando in quelle chiese, solo degli anziani e dei bambini. I pope, coi quali parlavo, mi dicevano sconsolati che di cristiani ce n’erano sempre meno e che le nuove generazioni non si avvicinavano al messaggio evangelico, ma s’imbevevano di cultura atea.
Solo una volta vidi dei giovani: cantavano in coro e seguivano le lunghe funzioni con trasporto; erano i seminaristi, a Zagorsk.
Mi rimase impressa l’espressione ascetica di un ragazzo: i suoi occhi si riempivano di luce quando pregava.
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