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La favola di Maradona
La sua storia a puntate – 155
di Mimmo Carratelli
Rieccoti in Argentina, pibe, viaggiatore imprevedibile, di ritorno da Cuba in questo fine 2004. Certo, hai da festeggiare la fine degli studi liceali di Dalma. Cresce Dalmita e chissà che cosa vorrà fare mai nella vita: l’attrice, sussurra. Non hai più la barba, pibe, solo un pizzetto.

Di qua e di là, sei in qualche studio televisivo. In quelli di Videomatch ti esibisci nell’antico palleggio di incantesimo e rassicuri tutti: “Continuo a prendere le medicine che mi hanno prescritto a Cuba e il dottor Cahe mi tiene sotto controllo”. Bene, pibe.

Ti va anche di scherzare. Al programma “Mar de fondo” su Canale Tyc Sport te ne esci con la borraccia data a Ibrahim Branco al Mondiale 1990. “Si avvicinò alla nostra panchina, faceva un gran caldo, e ci chiese dell’acqua, e gli demmo una borraccia. Dentro c’era del Roipnol, un sonnifero. In campo sembrava addormentato e non tirò più quelle sue tremende punizioni”. Anche Careca, dal Brasile, dice: “Diego scherza”.

Torino 1990, lo ricordiamo bene l’ottavo di finale Argentina-Brasile deciso da un gol di Caniggia. Ibrahim Branco, dopo il Mondiale, venne a giocare nel Genoa. Con una delle sue tremende “botte” su calcio di punizione decise un derby ligure e l’immagine di quel gol portentoso fu stampata su trentamila bigliettini d’auguri dei tifosi genoani.

“Non sono stato io a dargli la borraccia col Roipnol, ma gliela dette qualcuno dalla panchina dell’Argentina. Si avvicinavano tutti a chiedere acqua”. Sei un matto, Dieguito. Devi sempre sorprenderci, questa è la verità.

Anno nuovo, 2005, museo antico. Si inaugura all’Arena Flegrea il Museo itinerante con le tue vecchie, gloriose cose, le maglie, le immagini, gli scarpini, i palloni di una vita di meraviglie sui campi di calcio, e i filmati di quei tuoi gol fonti di magìe e sorpresa, i portieri con le facce stralunate dopo che li avevi giocati col tuo sinistro divino. Il governatore regionale Bassolino viene a farci una visita. Un giorno viene anche Ferlaino, si commuove e ti manda un messaggio: “Vieni, noi tutti ti aspettiamo”.

Tu prendi un aereo dietro l’altro, magico trasvolatore, e, in febbraio, te ne vai a Carthagena, splendida località balneare della Colombia. Naturalmente, per via della cocaina, si fanno commenti ammiccanti al tuo viaggio. Scopriremo più tardi il segreto di questa improvvisa vacanza colombiana, due settimane al mare di Carthagena.

Torni in Argentina, ed ecco la verità. Ti farai operare a Carthagena perché sei appesantito da 120 chili e non puoi sostenerli più. Il cuore fa troppa fatica. E’ un’operazione che all’Avana si sono rifiutati di fare. E’ troppo rischiosa?

Il 5 di marzo 2005, di nuovo a Carthagena, nelle mani dell’equipe chirurgica guidata dai professori Carlos Chaux ed Eduardo Bolanos. Ti assiste sempre il dottor Cahe. C’è con te tua sorella Rita. L’operazione viene eseguita alla clinica Medigel Servise. Ti tagliano lo stomaco nella zona alta, vicino all’esofago, per rimpicciolirtelo. Spiegano che si tratta di un by-pass gastrico. Con una dieta adeguata, rigida, in quattro mesi dovresti perdere venti chili. La riduzione del peso migliorerà la pressione arteriosa. Sarai un altro. Lo speriamo, Diego.

Due settimane dopo l’intervento, sei nel palco d’onore dello stadio di Barranquilla per una partita della Coppa Libertadores. Gioca il River Plate, ma tu indossi una maglia gialla con lo stemma del Boca Juniors. Gli effetti dell’operazione non si vedono ancora. Sei sempre obeso e sempre irrequieto.

Rientri in Argentina, ma annunci: “Andrò in Venezuela, a cena dal presidente Hugo Chavez. E’ un fenomeno”.

Infatti, il 29 marzo sei a Maracaibo, accolto all’aeroporto come un capo di Stato. “Chavez è amico di Fidel, quindi è amico mio”. La butti in politica, vecchio biricchino. A Puerto Ordiz è in programma un vertice eurosudamericano con Chavez, Lula presidente del Brasile, Uribe presidente della Colombia e Zapatero presidente della Spagna. Ma sei tu l’ospite più illustre. “Sono dalla parte della gente perché sono un rivoluzionario”. Il nemico comune è Bush. “Voglio stare con Chavez e Castro, la mia guida è Che Guevara”.

Hai le tue idee, pibe. Saresti un gran politico perché la gente si infiamma alle tue parole. Fai una bella coppia con Chavez, l’ex parà venezuelano, che è grande e grosso, ha un faccione come il tuo, ma non ha la tua simpatia, e indossa una gran camicia rosa fuori dai pantaloni, e ti abbraccia. Tu hai una camicia a righe sottili verdine, fuori dai pantaloni anche tu, e un faccione d’allegria, senza più la barba e con la cascata dei tuoi riccioli neri. La foto di voi due fa il giro del mondo.

L’importante, al di là della politica, è che non appari più sofferente e affaticato. Sei ancora soprappeso, ma la dieta a frutta, verdura e acqua darà i suoi frutti. Dai il calcio d’inizio al Torneo sudamericano under 17.

Hola, Diego. Quando finiranno le tue sorprese?
27/5/2006
  
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