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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 14
di Mimmo Carratelli
Lo sapemmo dopo. Il nostro Giannino Di Marzio, guaglione ‘e Mergellina e 500 panchine dalla massima serie alle serie inferiori, due promozioni in A col Catanzaro e col Catania, allenatore appassionato e scopritore di giovani talenti, era venuto a cercarti in Argentina, nel 1979. A dargli l’imbeccata era stato il grande Vinicio, suo compare d’anello e maestro di campo.
E, dunque, Giannino arriva a Buenos Aires e ti porta la maglia del Napoli e l’offerta della società azzurra di dieci giorni di vacanze nel golfo, tutto pagato. Che cosa ne sai tu di Napoli? La pizza e stop. Ti cerca lo Sheffield e il Barcellona vuole già fare sul serio. Ma sei solo un ragazzo di 19 anni. La maglia azzurra del Napoli non ti dice ancora niente. D’altra parte, in Italia le frontiere sono chiuse. E’ tutto un discorso campato in aria.
Alla Juve avviene questo dialogo simpatico tra Agnelli e Boniperti.
L’Avvocato: “Boniperti, mi hanno segnalato un giocatore argentino che ha doti eccezionali, ti prego di farlo guardare”.
Chi ha parlato di te all’Avvocato? Sivori gli ha parlato, ma anche il nipote Cristiano Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, che vive in Argentina.
Boniperti, presidente della Juve: “Avvocato, lei ne ha sempre una nuova”.
Agnelli: “Si chiama Maradona”.
Boniperti: “Ma questo nome non le sembra una bestemmia?”
Agnelli: “Guarda che questo giocatore deve essere qualcuno”.
Boniperti: “Se fosse qualcuno, lo saprei”.
Chiuso. L’Avvocato aveva visto giusto. Boniperti no. Ma si giustifica così: “A 19 anni, un giocatore può diventare tutto o niente. Aspettiamo”.
All’Italia non ci pensi. Quando verrà il momento sarà in Spagna che vorrai andare.
Vediamo come vanno le cose l’anno dopo, nel 1980. La Juve torna alla carica. Stavolta, Boniperti non aspetta e parte da Torino col general manager Pietro Giuliano, suo uomo fidato. Partono in segreto. In Argentina trovano Sivori. Il contatto avviene all’Hotel Sheraton di Buenos Aires con Cyterszpiller. La Juve offre un miliardo di lire all’Argentinos per il prestito di un anno e 300 milioni per te.
La notizia dell’incontro trapela e appare sui giornali. Da Barcellona assicurano: “Maradona ha già firmato con noi, se viene in Europa indosserà la nostra maglia”. Ai tifosi argentini tutte queste “voci” europee danno ai nervi. Tuo padre Diego senior, papà Chitoro, viene affrontato da due persone in strada che gli gridano: “Vendidos”. Anche i vicini di casa sono in subbuglio. Ci litiga tua mamma Dalma, mamma Tota. I vicini la insultano perché tu vuoi andare in Europa. Mamma Tota accusa un malore dopo la lite.
Il fatto è che il presidente dell’Argentinos Prospero Consoli ha le casse al verde e ti cederebbe volentieri. Usa le offerte straniere per sollecitare il mercato argentino: che si faccia avanti il River, che ha tanti soldi. Sappiamo già che andrai al Boca Juniors.
In ogni caso, in Italia le frontiere sono sempre chiuse. Per respingere gli allettamenti del Barcellona, il presidente della Federcalcio argentina pone il veto alle cessioni all’estero dei giocatori impegnati con la nazionale biancoceleste sino ai Mondiali del 1982 in Spagna.
Di quello che successe dopo e dei tuoi due anni al Barça abbiamo già parlato. E col Barcellona, nel 1984, hai chiuso. Non è più aria e hai bisogno di soldi. Accidenti agli investimenti di Cyterszpiller: petrolio, case, sale di Bingo in Paraguay. Perdite secche. Sei al verde, Dieguito, e ci sono debiti da pagare. Hai sperperato anche tu? Possibile, naturale.
Per rimetterti a galla vendi la casa barcellonese di Pedralbes. E aspetti notizie. Dal Napoli.

Continua

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17/6/2004
  
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