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Napoli, la nostra Africa
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 12.09.2021)
Fantastico. Il Napoli ribalta la Juve nel secondo tempo (2-1) cancellando l’errore di Manolas che aveva regalato a Morata il vantaggio bianconero (11’), ma soprattutto cambiando gioco, più intenso, più convinto, assediando la Juve fino ad abbatterla.

Koulibaly, come nella memorabile serata torinese del 22 aprile 2018, ha inferto alla Juve il colpo decisivo. Mancavano dieci minuti al termine, recupero compreso, e la Juve non ne aveva più.

Allegri aveva le assenze più pesanti (i cinque sudamericani). Gli sono venute a mancare le ali per volare (Cuadrado e Alex Sandro). Ha sfoderato un 4-4-1-1 per bloccare il Napoli. Due linee difensive con i raddoppi sulle corsie di Bernardeschi su Insigne e di Rabiot su Politano.

Il vantaggio di Morata accentuava lo schieramento bianconero, puntando sui due vecchi guerrieri Chiellini e Bonucci, che non concedeva al Napoli la profondità. E il Napoli, davanti allo sbarramento difensivo della Juve tornava al suo fraseggio orizzontale, ma era soprattutto lento nelle giocate agevolando il piazzamento coperto dell’avversario.

Spalletti proponeva in partenza un Napoli col 4-3-3. Sulla linea mediana, Fabian Ruiz stava al centro, a destra Anguissa, a sinistra Elmas. La notizia magnifica era la partita di Anguissa. Subito nel vivo del gioco, imbattibile nei contrasti, svelto nel dare la palla (quattro colpi di tacco efficaci). È sembrato che avesse giocato sempre nel Napoli, perfettamente inserito, disinvolto, sicuro.

Il problema era l’arroccamento di Allegri che non aveva altra scelta. Juve chiusa, palla lanciata da Locatelli sulle fasce, i guizzi di Kulusevski alle spalle di Morata, ma si vedeva a occhio nudo che la Juve non aveva la forza (e la qualità) per raddoppiare.

Il Napoli del primo tempo ha pagato la sua manovra troppo lenta, tutta puntata a destra dove si esauriva nei piedi confusi di Politano. Ma guarda poi com’è il calcio! Sarà Politano col gol dell’1-1 a rimettere in corsa il Napoli.

Nel primo tempo, una sola palla utile per Osimhen. Nessun vero tiro in porta. Ospina con l’uscita su Kulusevski (43’) teneva in vita il Napoli sul minimo svantaggio.

Nella ripresa un altro Napoli con la Juventus che cacciava la palla in fallo laterale e si rifugiava continuamente in corner (13-1 gli angoli). Calava Locatelli che aveva giocato libero davanti alla difesa e ispirato con i suoi lanci le rare offensive bianconere.

La Juve rimaneva la stessa, il Napoli cambiava in meglio. Più tocchi in avanti, più velocità, più convinzione di farcela. E scattavano i cambi di Spalletti a dare un senso nuovo al match, un senso tutto azzurro.

Ounas sostituiva Elmas e il Napoli passava dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Perché il partitone di Anguissa rassicurava sulla tenuta del centrocampo a due (e saliva il rendimento di Fabian Rui). La consegna di Spalletti a Ounas era di giocare alle spalle di Osimhen rinvigorendo l’attacco, con Mario Rui (gran partita) che martellava sulla fascia sinistra e Insigne che entrava nel campo.

Era un Napoli più vigoroso e più veloce. Le due linee difensive della Juve cominciavano a barcollare. Di forza Fabian Ruiz strappava il pallone agli avversari nella metà campo juventina per darla a Insigne che tentava l’ormai celebre tiro a giro sul quale Szczesny faceva una mezza parata lasciandosi sfuggire il pallone che Politano toccava in rete (57’). Erroraccio del portiere.

Ora la Juve doveva solo subire e passava al 3-5-2 (De Ligt al posto di Pellegrini preso dai crampi) e il campo era tutto del Napoli. Gli azzurri trovavano meglio la porta. Lozano rilevava Politano giocando a sinistra (71’), usciva Insigne infortunatosi ed entrava Zielinski (72’), Ounas si stabiliva a destra.

Si giocava nelle metà campo bianconera con Bonucci e Chiellini che spazzavano palla senza innescare mai il contropiede. Palloni buttati. Il Napoli era padrone della partita. Le energie della Juve calavano, il Napoli sembrava più fresco e molto aggressivo.

Allegri si affidava a Kean (82’ per Morata), gran protagonista in nazionale, ma Di Lorenzo era un baluardo sulla fascia. Koulibaly dominava già dal primo minuto. Zielinski entrava bene in partita, meno bene Lozano. La Juve teneva stretto il pareggio che la premiava per le assenze pesanti.

Il Napoli meritava di vincere e vinceva. Sul corner di Zielinski, pasticcio in area di Kean, salvataggio sulla linea di Szczesny, ma come un falco Koulibaly, l’eroe di Torino, sfondava la rete per il legittimo 2-1 del Napoli ricacciando la Juve a otto punti, inchiodandola al punticino preso a Udine.

Il Napoli sogna. Anche Spalletti aveva le sue assenze ed era in difficoltà a centrocampo (fuori Demme e Lobotka, in panchina Zielinski reduce da un infortunio). È stato Anguissa a risolvere il problema padroneggiando la zona mediana, proprio il centrocampista che era necessario al Napoli.

La Juve, obiettivamente, era a pezzi senza Chiesa, Cuadrado, Dybala, Alex Sandro, Bentancur, Danilo. Ma ha avuto la fortuna di arraffare il vantaggio. Glielo ha consentito il Napoli lento del primo tempo. Nella ripresa è stata un’altra storia. Azzurri arrembanti, Juve in sofferenza. Il pareggio era già un miracolo per i bianconeri.

Il Napoli sogna. La guida calma e concreta di Spalletti non ammette voli di fantasia. Piedi per terra. Impegno, lavoro e, soprattutto, non più emozioni negative in campo, pause di smarrimento, scoramento nelle situazioni avverse. Spalletti sta facendo diventare adulto il Napoli.

RONALDO
Cr7 ha debuttato in Premier. Due gol nella vittoria del Manchester United sul Newcastle (4-1). I gol e la maglia numero 7 come pretendeva. Alla Juve restano i rimorsi per averlo perso rimettendoci una barca di quattrini.

MALMOE
La Juve rischia anche in Champions. Debutterà martedì in Svezia contro il Malmoe. Un avversario che non dovrebbe mettere paura (ieri inchiodato al pareggio 1-1 dal Norrkoping a fine partita). Ma quali saranno le condizioni reali della Juve? Basterà il recupero dei sudamericani? Quali sono le sue certezze col ritorno di Allegri? Il Malmoe è secondo in classifica nel campionato svedese, 18 partite, 34 punti (10 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte).

LEICESTER
Giovedì debutto del Napoli in Europa League, in Inghilterra contro il Leicester che ieri ha resistito magnificamente per un’ora al Manchester City. Giocava sul suo campo, ha perso di misura (0-1). Sarà un avversario tosto per gli azzurri.
In partenza, il Leicester (4-4-2) ha giocato con Schmeichel; Castagne, Soyuncu, Vertegaard, Bertrand; Albrighton, Tielemans, Ndidì, Barnes; Vardy, Maddison. Non si è solo difeso, ma ha punto spesso il City attaccando pericolosamente (con l’ingresso di Ihenacho nella ripresa). Il Leicester è sedicesimo in Premier, 6 punti in quattro partite (due vittorie, due sconfitte).

NAPOLI-JUVENTUS 2-1 (0-1)

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (90’ Malcuit); Fabian Ruiz, Anguissa; Politano (71’ Lozno), Elmas (46’ Ounas), Insigne (72’ Zielinski); Osimhen (90’ Petagna).

JUVENTUS (4-4-1-1): Szczesny; De Sciglio, Bonucci, Chiellini, Pellegrini (57’ De Ligt); Bernardeschi, McKennie (72’ Ramsey), Locatelli, Rabiot; Kulusevski; Morata (82’ Kean).

ARBITRO: Irrati (Pistoia).

RETI: 11’ Morata, 57’ Politano, 85’ Koulibaly.
11/9/2021
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