Calcio
Torna alla ricerca
Ecco la serie per puntare il quarto posto  
di Mimmo Carratelli
Ecco il Benevento, e non c’è da stare tranquilli in questi tempi poco azzurri. L’ho visto e rivisto (in tv). Gioca un bel calcio, di lotta e di governo. Difende compatto, si distende in attacco con più giocatori.

Il lavoro sapiente e appassionato di Pippo Inzaghi ha creato una magnifica squadra dal campionato-record in serie B a questa seconda serie A senza l’inesperienza della prima volta e con altissime chance di restarci.

Dopo due terzi del campionato, il Benevento ha 10 punti di vantaggio sulla zona-retrocessione. Ha colto risultati importanti, in casa rimontando la Juve (1-1) e la Lazio (1-1), fuori casa vincendo quattro partite (14 punti in trasferta, 11 sul suo campo).

Gioca un 4-3-2-1 che è 4-5-1 in fase passiva. È una squadra che non scompare mai dal campo, è sempre in partita. Una formazione a organetto, tutta in difesa, tutta all’attacco.

Pasquale Schiattarella, 34 anni, napoletano di Mugnano, è il suo profeta (ne ha le sembianze). È il giocatore di riferimento, perno davanti alla difesa, ispiratore del contrattacco.

Dà il via alla palla fra due mediani di sostanza, Hetemaj e Ionita, l’azione scorre sui piedi “educati” del calabrese Nicolas Viola (grandi qualità) e del fratellino maggiore dei due Insigne, Roberto, 27 anni (Lorenzo 30), arriva al romano Caprari e già va di corsa Lapadula piè veloce, nazionale peruviano per via della madre, mentre l’attacco è accompagnato da altri giocatori.

Attaccanti di valido rincalzo il pistoiese Moncini, il nuorese Sau e il corazziere trentino Di Serio. A Napoli, al Benevento mancherà Glik, la colonna polacca della difesa giallorossa (squalificato), un’assenza pesante.

Tanto spazio agli ospiti, in questo derby gentile della Campania, senza acre rivalità, perché sul Napoli ci sarebbero da ripetere le solite cose.

Difesa e attacco in emergenza, il recupero sospirato di Mertens, i puntuali errori difensivi tra belle statue azzurre inchiodate sull’erba mentre arrivano i cross in area, molti tiri (quando va bene) e pochi gol.

Tra campionato e coppe, nelle ultime cinque partite sei reti all’attivo, il doppio al passivo. D’obbligo il bentornato a Ghoulam, fantastico contro il Granada.

Il futuro del Napoli si divide in due segmenti. Il primo comprende Benevento in casa (stasera), Sassuolo fuori (mercoledì), Bologna in casa (domenica 7).

Nel secondo segmento tre grosse, consecutive trasferte: Milan (domenica 14), il recupero con la Juve a Torino (mercoledì 17), Roma (domenica 21).

Due settimane con partite ogni tre, quattro giorni. Sei partite che decideranno l’ultimo “assalto” degli azzurri al quarto posto (-3 da Atalanta e Lazio, -4 dalla Roma). Sopravviveranno speranze se il Napoli farà bottino pieno nel primo segmento, ricreando un clima di fiducia e ottimismo, e non si farà escludere nei successivi tre impegni alti.

La striscia delle prime tre partite è determinante perché nelle tre giornate le concorrenti al quarto posto possono perdere punti. Sono in programma Roma-Milan, Inter-Atalanta e Juventus Lazio.

Corsa finita se il Napoli starà a guardare.
27/2/2021
RICERCA ARTICOLI