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È un derby fra due squadre deluse
di Mimmo Carratelli
Iachini ha rimesso in vita la Fiorentina, un pareggio e una vittoria dopo una serie negativa di sette partite con Montella (due pareggi e cinque sconfitte), e arriva al San Paolo, in notturna, per portar via un punto assestando la classifica viola ancora mediocre, tre punti sotto al Napoli.

Il Napoli non può concedersi un altro rovescio in campionato (tre sconfitte e una vittoria con Gattuso) e, stretto fra partite difficili, l’Inter, la Lazio, prossimamente la Juventus a Fuorigrotta, deve fare risultato pieno esaurito il bonus degli infortuni in serie che hanno regalato quattro gol agli ultimi due avversari e colpito il quattordicesimo palo.

Si giocherà probabilmente una partita aspra, di combattimento. All’andata fu una partita pazza che illuse sulla seconda annata di Ancelotti.

Non è guarita la Fiorentina, inguardabile nella vittoria di misura sulla Spal (1-0) domenica scorsa, ma capace di eliminare l’Atalanta dalla Coppa Italia (mercoledì), non è guarito il Napoli che migliora ma non fa risultato (anch’esso vittorioso in Coppa Italia).

Che fosse una stagione nera per il Napoli si capì a Torino, alla seconda giornata, con l’autogol di Koulibaly contro la Juve (3-4) e si spera che il cerchio si sia chiuso all’Olimpico contro la Lazio (0-1 col regalo di Ospina a Immobile).

In mezzo, il crocevia di tutte le sventure, la colossale topica di Giacomelli (scontro Kjaer-Llorente nell’area atalantina) che cancellò la vittoria del Napoli sulla squadra di Gasperini.

Gattuso sembra avere messo a punto la difesa che dovrebbe migliorare con l’innesto di Demme da centromediano metodista. In attacco ci sono voluti due rigori per battere il Perugia.

In sei delle ultime nove partite di campionato, il Napoli si è arenato segnando appena un gol a partita (3 reti Milik, un gol Zielinski, uno Lozano, uno Llorente). Due volte è rimasto a secco. Due reti a Reggio Emilia, unica eccezione. L’attacco azzurro è affondato di colpo: 13 gol nelle prime quattro partite, 15 nelle restanti quindici.

Il problema, allora, è l’attacco? La riscossa parte dalla rinascita di Insigne (tre gol con due rigori), praticamente distrutto da Ancelotti, e dalla capacità di Lozano di essere all’altezza dei 42 milioni che è costato (sinora due reti).

Milik è andato a segno sette volte, ma avrebbe potuto fare di più. Dai centrocampisti rari segnali nelle porte avversarie (un gol Fabian, uno Zielinski, uno Allan). Mertens è in parcheggio sanitario (quattro reti).

La Fiorentina ha una difesa peggiore di quella del Napoli per le imbarcate di gol presi in tre partite (quattro gol dal Napoli, cinque dall’Atalanta, quattro dalla Roma). In attacco, solo due gol di Chiesa in sedici partite. Ribery si è infortunato subito, a inizio dicembre, ed è ancora fuori. È arrivato Cutrone.

Napoli e Fiorentina sembrano due squadre afflitte dagli stessi problemi ed entrambe hanno cambiato la guida tecnica. Il Napoli, senza obiettivi particolari, la zona Champions lontana undici punti, deve però rifarsi un look accettabile per non chiudere la stagione tutta in negativo.

L’infermeria sempre affollata (Koulibaly e Mertens sembrano pronti per un prossimo ritorno) è stata uno dei punti negativi, inspiegabile la lentezza dei recuperi dei giocatori infortunati.

In ogni caso, come si diceva, c’è bisogno di una scossa, di un successo vero e forte, per consentire a Gattuso di rimettere il Napoli su un percorso migliore.

Sono sempre i risultati ad orientare e aiutare il rilancio di una squadra. Le prestazioni incoraggianti non bastano più.

È una settimana dura, martedì il quarto di Coppa Italia con la Lazio tra questo match con la Fiorentina e la Juventus al San Paolo domenica ventura.

 
18/1/2020
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