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Vince in rimonta il Napoli-Champions
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 11.11.2018)
A Marassi, ieri sera, si sono giocate due partite. La prima, sotto la pioggia battente, è durata un’ora e il Genoa la chiudeva in vantaggio (20’ Kouamè). Col campo ridotto a un acquitrino, il match veniva sospeso per un quarto d’ora. Ricominciava la gara e il Napoli vinceva la seconda partita della serata rimontano il vantaggio genoano (62’ Fabian Ruiz, 86’ autogol Biraschi).

È stata un’avventura. La svolta vincente l’ha data Ancelotti ritoccando la formazione iniziale. Dentro, a inizio di ripresa, Fabian Ruiz per uno spento Zielinski e Mertens per un impalato Milik.

Il Napoli è stato un’altra cosa. Nel primo tempo s’è vista una squadra lenta, monotona, imprecisa. Non era in serata Insigne, Callejon era bloccato da Criscito, Milik non teneva un solo pallone.

Eppure a cavallo del gol di Kouamè c’era il palo di Insigne (12’) e il salvataggio di Radu su Milik (36’). Il polacco del Napoli tirava da due metri trovando il corpo del portiere romeno del Genoa. Gli azzurri avevano le migliori occasioni per segnare.

Ma era un Napoli con poca energia che si offriva continuamente al contropiede del Genoa. La squadra ligure filava a destra con Romulo e a sinistra con Lazovic. Nel gioco alto, Kouamè aveva sempre la meglio sui difensori azzurri.

Il gol genoano nasceva da un cross di Romulo con Kouamè che insaccava di testa. Immobile Albiol sulla conclusione dell’ivoriano.

Il Genoa aveva più grinta e col 3-5-2 ingabbiava l’offensiva del Napoli. Offriva poco spazio e le marcature rossoblu erano feroci.

I cambi a inizio della ripresa proponevano un Napoli nuovo. Mertens si procurava subito tre occasioni e Fabian Ruiz era devastante per potenza fisica e gioco andando in gol con un sinistro violento subito dopo la ripresa della gara.

Il campo presentava ampie pozzanghere e le giocate erano a rischio. La palla veniva frenata spesso dal terreno annacquato.

Ma proprio su questo tipo di campo, il Napoli, che sembrava sfavorito come ogni squadra più tecnica che fisica, produceva il meglio.

Fabian Ruiz era incontenibile sulla fascia sinistra. Juric impiegava Mazzitelli per Hiljemark allo scopo di frenare l’azione dello spagnolo. Ma Fabian era in gran vena e continuava a dominare nella sua zona.

Mertens, dal canto suo, dava più imprevedibilità all’attacco azzurro. Ma si giocava su un campo infido. Palla lunga e fiondate per le punte. Il Napoli cercava ugualmente di palleggiare. Il Genoa reagiva a strappi. Lo metteva al tappeto la punizione bassa di Mario Rui da sinistra con Biraschi che deviava la palla in rete sotto la pressione di Albiol.

Acciuffata una vittoria che sembrava complicata nella prima ora di gioco. Ma quando Ancelotti, con le sostituzioni, schierava la squadra-Champions, il match prendeva la svolta favorevole agli azzurri.

Sono state 13 le conclusioni del Napoli (7 nello specchio della porta), 8 quelle del Genoa (3 nello specchio). Superiorità netta di gioco per gli azzurri con 503 passaggi completati contro 188.

SOSTA – Il campionato si ferma per gli impegni della nazionale (sabato 17 col Portogallo a Milano per la Nations League, martedì 20 amichevole con gli Usa a Genk in Belgio). Il calendario fino a Natale di Napoli e Juventus: Napoli-Chievo (Juve-Spal); Atalanta-Napoli (Fiorentina-Juve); Napoli-Frosinone (Juve-Inter); Cagliari-Napoli (Torino-Juve); Napoli-Spal (Juve-Roma); Inter-Napoli (Atalanta-Juve).

PESAOLA
– A 35 anni, Bruno Pesaola concluse la carriera di calciatore nel Genoa che lo ingaggiò pagandogli 17 milioni (Amadei non volle più nel Napoli il petisso e Vinicio). Il Genoa era allenato da Frossi che volle Pesaola nella squadra rossoblu in serie B (1960-61). Il Genoa si salvò per due punti. Il cannoniere fu Gastone Bean (14 gol) che, tre anni dopo, venne nel Napoli. Pesaola ha giocato in Italia 414 partite (90 con la Roma, 64 Novara, 240 Napoli, 20 Genoa) segnando 67 gol (20 con la Roma, 15 Novara, 27 Napoli, 5 Genoa).

IL VECCHIO – Fa ancora gol il vecchio Goran Pandev, 35 anni, due centri col Genoa quest’anno. Il campione macedone, ex di Lazio e Inter, ha giocato tre stagioni nel Napoli dal 2011 al 2014 segnando 22 gol in 124 partite fra campionato e coppe. Ieri sera in campo negli ultimi cinque minuti.

IBIZA – Pare che Preziosi, presidente e padrone del Genoa, abbia messo a punto l’acquisto del polacco Krzysztof Piantek, 23 anni, 1,88, incontrando a Ibiza l’agente del giocatore, Gabriele Giuffrida. Trattativa lampo nell’isola spagnola. Quattro milioni di euro per il centravanti valutato oggi fra i trenta e i quaranta milioni dopo essere balzato in testa alla classifica dei cannonieri con 9 gol segnando in sei delle undici partite del Genoa (doppiette contro il Sassuolo e il Frosinone). Ieri sera a secco.

GENTILUOMO
– Giorgio Perinetti, romano, 67 anni, da trent’anni e più nel calcio, è uno dei rari gentiluomini del mondo del pallone. Faccione tondo, parlare pacato, colpi di mercato senza clamore. Nel 1987 nel Napoli da osservatore e responsabile del settore giovanile. Nel 1988 direttore sportivo. Si dimise nel 1992 in seguito all’esonero di Claudio Ranieri. Nel 2002 torna nel Napoli, direttore sportivo. Si dimette nel 2004 prima del fallimento della società. Dal 2017 al Genoa, oggi direttore generale del club. È stato nella Roma, nel Palermo a più riprese, alla Juve con Moggi, al Como, al Siena, al Bari, al Venezia.

GIOCATTOLI – Enrico Preziosi, 70 anni, avellinese, è il quarto produttore al mondo di giocattoli. Scappò di casa a 16 anni per cercare un lavoro. Prima in Calabria, poi a Milano. Finché nel 1977 si mise in proprio fondando la Giocattoli Preziosi, la sua fortuna. Nel calcio col Saronno nel 1993 in serie D. Poi al Como nel 1997 col curioso aneddoto su Messi. “Lo scartammo, aveva 15 anni”. Nel Genoa dal 2003 rilevando la società rossoblù per 22 milioni che servirono a coprire il 40 per cento dei debiti del club. Sempre a caccia di squadre da comprare. Bruciato da De Laurentiis nell’acquisto del Bari.

GEMELLAGGIO – Il primo gemellaggio tra genoani e napoletani nacque a casa mia, la notte del 16 maggio 1982 prima di Napoli-Genoa, in una cena tra colleghi con una beneagurante bevuta finale di whisky alla salvezza del Grifone: e salvezza fu.
Facemmo una gran baldoria con gli amici venuti da Genova, capeggiati da Gian Luigi Corti. C’era già un gemellaggio di cuore fra noi giornalisti delle due città di mare. Ricordo Orlando Caserza, Piero Sessarego, Elio Domeniconi, Sandro Castellano, Peppe Barnao, Giorgio Viglino e un fantastico Giorgio Cimbrico.
Quel sabato di metà maggio arrivò da Genova una nave carica di tifosi. Gian Luigi Corti portò una nutrita riserva di whisky e brindammo alla salvezza del Genoa. Facemmo l’alba giocando a una roulette casalinga. Al San Paolo arbitrò Agnolin, niente scherzi. Un pomeriggio e una primavera di buoni sentimenti. Segnò subito Briaschi, geometra e cavallino leggero dell’attacco genoano.
Il secondo tempo cominciò in ritardo per un festival di fumogeni. Forse fu un artificio dei tifosi napoletani perché si conoscessero in anticipo i risultati del Cagliari, del Milan e del Bologna. Con queste squadre il Genoa si giocava la salvezza. Il Napoli di Krol, allenato da Rino Marchesi, autentico gentiluomo delle panchine, era quarto in classifica e non doveva chiedere nulla al match con i rossoblù.
Ma pareggiò e passò in vantaggio. A quel punto il Genoa allenato da Gigi Simoni, amico carissimo, era retrocesso. A dieci minuti dalla fine entrò Mario Faccenda, ischitano con una foresta di capelli ricci, l’ultima carta giocata da Simoni.
A cinque minuti dalla fine, Giaguaro Castellini (che il cielo gliene renda merito) sbagliò il passaggio a un compagno facendo scivolare la palla in corner. Il pallone scagliato dall’angolo superò il mischione in area e Faccenda in spaccata lo buttò in rete. Il pareggio salvò il Genoa.
Bontà di Napoli e salvezza genoana firmata da un ragazzo d’Ischia. Erano ancora tempi di un calcio romantico che si concedeva ai sentimenti. Quel giorno nacque il sodalizio fra le due tifoserie, confermato dallo 0-0 a Marassi il 10 giugno 2007, il pareggio in un festoso pomeriggio che segnò il ritorno in serie A di Genoa e Napoli insieme.

GENOA-NAPOLI 1-2 (1-0)
NAPOLI (4-4-2): Ospina; Hysaj (81’ Malcuit), Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Hamsik, Zielinski (46’ Fabian Ruiz); Milik (46’ Mertens), Insigne.

GENOA (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Romulo (89’ Pandev), Hiljemark (78’ Mazzitelli), Veloso (58’ Omeonga), Bessa, Lazovic; Piatek, Kouamè.

ARBITRO: Abisso (Palermo).

RETI: 20’ Kouamè, 62’ Fabian Ruiz, 86’ autogol Biraschi.

SERIE A – 12ª GIORNATA
Frosinone-Fiorentina 1-1, Torino-Parma 1-2, Spal-Cagliari 2-2, Genoa-Napoli 1-2
Domenica 11: Atalanta-Inter, Chievo-Bologna, Empoli-Udinese, Roma-Sampdoria, Sassuolo-Lazio, Milan-Juventus.
10/11/2018
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