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Il film di Ancelotti avrà un regista
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 13.07.2018)
Devastati dagli annunci, dall’arrivo, dalle magliette, dalla firma, dall’eucarestia e dal giubileo di Cristiano Ronaldo di là del Po tra gli alberi della Continassa, ristretti nella modestia della Val di Sole (basta ca ce sta ‘o sole), sull’orlo di una crisi di modulo, mentre tra il dire di DeLa e il fare di Ance c’è di mezzo il mare, veniamo restituiti agli onori del mondo e del pallone dalle parole rotonde a sopracciglio sollevato del nostro nuovo conducator, uno che dice pane al pane e culatello al culatello e non staremo a pettinare le bambole, aggiunge.

Roba da liberi e uguali. Ci voleva proprio Carlo Ancelotti, che ha la statura rassicurante, per il passaggio del Napoli dalla poesia alla prosa.

De Laurentiis non solo ha azzeccato (ancora) l’allenatore, ma ha scelto un uomo-Galbani che vuol dire fiducia. Con quella riga a sinistra dei capelli e il ciuffone bianco su una faccia grossa che non teme tempeste, Carlo Ancelotti è il più giovane tra i vecchi saggi.

È la coperta di Linus per un Napoli che doveva essere rassicurato e può ancora meravigliare.

Non ci saranno top-player perché il top-player è il gruppo di Sarri e “su una rosa ben costruita abbiamo inserito calciatori giovani e validi con i profili giusti”.

Le parole di Ancelotti sono balsamo sulle irrequietezze dei tifosi. Come Sarri crea, Ancelotti conserva? Carlo assicura: “Ho le mie idee”.

Passiamo il girone di Champions, non snobbiamo la Coppa Italia, rimaniamo competitivi su tutti i fronti e a marzo-aprile “se sei lì, si vede”.

Gli obiettivi del Napoli sono dichiarati. Evitare di arrivare sfiniti a primavera cancellando la favola dei titolarissimi. È questa la novità. Far “girare” la rosa, evitando le spine. In qualche modo smacchieremo la Zebra.

La Juventus e Ronaldo non devono essere una ossessione. Siam mica qui a fare la ceretta a Cristiano. Siam mica qui a fare la permanente ad Allegri.

Oh, ragassi! Andremo per la nostra strada perché lo scudetto si può vincere anche a 85 punti. In ogni caso, non si parte per arrivare secondi.

Oh, Carlo Ancelotti, tu sia il benvenuto in questa valle di scettici, prevenuti e pessimisti.

Si hanno notizie allegre da Dimaro. Quella gru per filmare dall’alto i movimenti dei giocatori al posto dei droni. Un po’ di pioggia, ma che fa. Più pallone e meno ossessione.

In più un’idea e un progetto stuzzicanti. Marek Hamsik regista. Oilà. Diciassette anni dopo Pirlo, un’altra intuizione di Ancelotti?

Edy Reja, al Brescia, fiutò per prima le qualità sopraffine di Pirlo. Era il 1996 e Andrea aveva 17 anni. Ma il ruolo del ragazzo era indefinito fin quando Mazzone, sempre al Brescia, ma nel 2000, lo piazzò regista davanti alla difesa.

Un anno dopo, proprio Ancelotti, al Milan, fissò definitivamente il ruolo di Pirlo. Gli dettero una mano gli infortuni di Gattuso e Ambrosini.

Ed eccolo Pirlo, in rossonero, nella postazione migliore, il suo ruolo “alla Pirlo”. I suoi lanci esaltavano in gol Pippo Inzaghi.

Di Pirlo si gioverà soprattutto la Juventus quando prenderà il calciatore dal Milan a parametro zero nel 2011 (Pirlo aveva 32 anni).

Ancelotti azzarda con Hamsik la stessa “operazione” ben riuscita con Pirlo. Marek ha qualità tecniche sopra la media e, soprattutto, una visione rapida del gioco.

Potrà essere il regista del Napoli di Ancelotti? Il nuovo ruolo dovrebbe esaltare l’entusiasmo e l’adesione totale di Hamsik alla nuova avventura azzurra.

Se l’esperimento riuscirà, e lo sapremo già a Dimaro, si prefigurerebbe ancora il 4-3-3 con Hamsik al centro fra Allan e Fabian Ruiz, avanti addirittura i tre piccoletti di Sarri con inserimenti a rotazione di Verdi, Milik e Inglese.

Perché il Napoli di Ancelotti sarà uno e trino, imprevedibile e camaleontico, mutevole, varabile e variato.

Non siamo qui ad asciugare gli scogli, potrebbe dire Ancelotti. A Dimaro si lavora, si lucida, si inventa, si prova.

Oh, Carlo Ancelotti, facci sognare... 
13/7/2018
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