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E se tornasse il Pipita Higuain?
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 07.07.2018)
Clamoroso a Kazan. Il Brasile è fuori dal Mondiale, eliminato (2-1) da un grande, brillante e resistente Belgio (in campo Fellaini, Mertens negli ultimi 9 minuti).

Ora tutte le nazionali maggiori hanno lasciato la Russia. Fuori Neymar dopo Messi e Cristiano Ronaldo. Belgio-Francia è la semifinale di martedì a San Pietroburgo.

Intanto, dal fantasmagorico treno di Cristiano Ronaldo in corsa da Madrid a Torino, su binari da 400 milioni di euro, pare che scenda Higuain.

Il Mondiale è il Mondiale, ma il Napoli è un pensiero fisso. Pensiamo al Napoli, poi il Mundial.

La Juve fa di conto, nonostante la cassaforte dell’Exor e le disponibilità della Fiat-Crysler. Con un indebitamento di 280 milioni, procederà a cessioni illustri per fare cassa e non rimanere esangue dopo l’Operazione-Paperone per assicurarsi il più bel fiore di Funchal. Cederà Higuain. Costo 60 milioni, forse meno.

Ci fa un pensierino-pensierone il Napoli? Che affare! Riprendere il Pipita per meno della cifra incassata per cederlo alla Juventus. L’idea stuzzica Ancelotti? Si muoverà Aurelio De Laurentiis?

Il top-player è Gonzalo, difficile se non impossibile che torni Cavani. Ma ci sono intoppi. Nicolas, il fratello-manager del centravanti argentino, odia Napoli e odia De Laurentiis. Il Pipita, dal canto suo, ha a Napoli il suo Florentino Perez. È Aurelio col quale si è lasciato in malo modo.

Scurdammoce ‘o passato. Sarà possibile? Altro ostacolo il richiamo di papà Sarri al Chelsea. Però vuoi mettere il Napoli che ora ha l’allenatore più vincente? A Capri hanno spostato lo scoglio killer per agevolare Higuain nei tuffi in mare.

Torna, Pipita. Ci cospargeremo il capo di cenere e lapilli per le contumelie scritte quando te ne andasti da “traditore” proprio dalla Vecchia Signora. Visto il trattamento già provato da Del Piero? Non servi più, via.

Cancellati i gol con cui hai fortemente contribuito al settimo scudetto bianconero, quei tuoi gol in trasferta tutti decisivi, la doppietta al Milan, il gol al San Paolo, la stoccata finale a San Siro per piegare l’Inter. Tre vittorie, nove punti, più del vantaggio conclusivo della Juve sul Napoli, quattro punti.

Torna, Pipita, dove sei stato re e non suddito, dove hai centrato il record di gol, i 36 palloni dell’ultimo anno in azzurro, un record assoluto in Italia, più gol di Nordahl, di Angelillo, di Toni.

Va bene. Passiamo al Mondiale. A Kazan la vivacità del Belgio schianta il Brasile. La potenza di Lukaku, le magie di Hazard formidabile trascinatore, il gran gioco di De Bruyne, le parate di Courtois cancellano Neymar e Coutinho, Marcelo e Paulinho. Pesante l’assenza di Casemiro (squalificato).

Faticosa la manovra brasiliana dopo il palo di Thiago Silva e il doppio vantaggio belga (13’ autogol di Fernandinho, 31’ De Bruyne).

Il Brasile sbava, sbuffa, attacca, assedia. Neanche l’ingresso di Douglas Costa spacca la partita e la riprende. E il gol di Renato Augusto (76’) è una margherita che non fa primavera.

Il Belgio sa anche difendere e resiste, respinge, rappezza. La sorpresona di Kazan resta in piedi, corre per il mondo, fa rumore e sconvolge Rio de Janeiro.

A Novgorod, Francia-Uruguay 2-0 è stata una brutta partita che i francesi hanno vinto con le due uniche conclusioni in porta.

La fortezza celeste, più famosa della Fortezza di Santa Teresa in Uruguay, ha concesso una sola breccia in cui si è infilato Varane di testa (1,91, Real Madrid) per il vantaggio transalpino. Poi la papera di Muslera sul tiro di Griezmann ha assegnato il match alla Francia.

Mutilato dall’indisponibilità di Cavani, l’Uruguay non ha avuto efficaci chance offensive per riprendere il mach, Suarez perso nella giungla della difesa francese.

I ballerini del Moulin Bleu di Deschamps hanno danzato poco. Non si danza contro l’Uruguay. Poca grazia, poca bellezza.

In tre a spegnere i colpi di gas del motorino di Mbappé (32 chilometri orari). Palleggio francese difensivo a protezione del doppio vantaggio e della qualificazione alla semifinale.

Non c’è stato il can-can. Sei “italiani” nella nazionale di Tabarez: gli ex Lazio Muslera ed ex Sampdoria Torrerira, Caceres (Lazio), Laxalt (Genoa), Vecino (Inter), Bentancur (Juventus).

7/7/2018
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