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Napoli, l’occasione da non sprecare
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 10,12,2017)
Il pareggio fra Juventus e Inter (italianissimo 0-0 nell’anticipo di sabato) offre al Napoli l’occasione di riprendersi il primo posto a patto che batta la Fiorentina questo pomeriggio al San Paolo.

Vincendo, gli azzurri sorpasseranno l’Inter staccandola di un punto, la Juve a tre lunghezze.

Napoli padrone del suo destino in questa svolta della stagione, annichilito da due sconfitte consecutive (Juventus e Feyenoord) col bel gioco arenatosi nelle sabbie mobili della manovra gioiosa che non scorre più.

Bellezza sfiorita. Anche le maggiori squadre europee sono in affanno per lo stress infrasettimanale delle coppe (che ora daranno respiro sino a febbraio), ma hanno temperamento e soluzioni “di forza” per vincere, qualità non peculiari della squadra azzurra gentile e leggerina.

È svanito il tric-trac offensivo. Mertens, un gol nelle ultime sette partite. Hamsik alla ricerca del gol “maradoniano” da dodici gare. Callejon a secco da sette partite. Insigne infortunato.

Sopravvive Zielinski (tre gol nelle ultime cinque gare, due in Champions, uno in campionato). Come ha detto Sarri, abbiamo qualche problemino in attacco.

Anche l’anno scorso, fra novembre e dicembre, il Napoli frenò con i pareggi casalinghi contro Lazio e Sassuolo, ma si rilanciò a suon di gol (13) contro Inter, Cagliari e Torino. Una reazione entusiasmante.

La Fiorentina, reduce da due pareggi esterni (uno sul campo della Lazio col Var) e una vittoria casalinga, può essere avversario scomodo. Non ha l’assillo del risultato che invece preme sul Napoli. Può giocare con disinvoltura e con l’orgoglio di mettere in difficoltà gli azzurri.

In trasferta la squadra viola ha un ruolino mediocre (8 punti, 13 al “Franchi”). Ha perso sui campi di Inter e Juve, è franata in casa contro la Roma (2-4). Ma sembra in un momento di buona forma con un audace tridente offensivo (Chiesa, Simeone e il “vecchio” Thereau).

Il suo traguardo è entrare in zona Europa League, distante sei punti dalla Sampdoria sesta che deve recuperare la partita con la Roma. Anche in questo senso la formazione di Pioli non ha alcuna pressione. Gioca partita per partita in grande tranquillità. Tutto il “peso” del match è sul Napoli.

In questo momento di appannamento, ogni partita è a rischio per gli azzurri. Il Napoli ha perso il bel gioco e molte sicurezze.

Pesano le assenze a sinistra, il settore dei triangoli volanti, e Ghoulam ha lasciato un gran vuoto in entrambe le fasi di gioco.

Ma una grande squadra deve saper superare le assenze, gli infortuni, le rotazioni forzate, i momenti grigi e il Napoli deve superare il suo stesso gioco consolidato, quel gioco “a memoria” quando la “memoria” risulta arrugginita.

La squadra di Sarri ha un solo modo di giocare e quando non riesce a vincere col suo gioco non trova soluzioni alternative. È il limite della squadra bella. E qui sta il problema.

Il miglioramento, rispetto al passato, è che la squadra resta in piedi e non cede, non svanisce. Ma non basta per vincere le partite “in salita”.

Ci sarebbe bisogno di soluzioni individuali e, forse, di un diverso atteggiamento tattico adeguato alle circostanze del match.

La sconfitta con la Juve ci può stare, ma gli azzurri hanno avuto 78 minuti per rimediare al gol di Higuain.

E, a Rotterdam, il Napoli non ha giocato da grande squadra. Una grande squadra gioca sempre per vincere e non si fa condizionare dai risultati avversi su altri campi.

Perché la storia, la tradizione, la personalità di una grande squadra si costruisce e si nutre di successi. Non può e non deve mollare mai.

Sarri ha riconosciuto che, in questo senso, il Napoli deve crescere ancora. Non ce lo aspettavamo da una squadra che gioca con gli stessi uomini da tre anni e che, questa estate, a Dimaro ha “firmato” un patto d’entusiasmo per vincere, puntando tutto sulla conferma del blocco-giocatori in rosa quasi escludendo rinforzi di personalità.

Forse, il gran finale del campionato scorso ha illuso i titolarissimi di farcela da soli in una stagione in cui chiedevano a se stessi di superarsi.

È stato un peccato di presunzione accettato da Sarri e dalla società. Ora si guarda al mercato di gennaio, ma non arriveranno giocatori in grado di incidere profondamente.

Si dice che il Napoli sta bene in salute, solo le teste non sono più quelle di una volta. Da qui, grande corsa, impegno, palleggio, superiorità territoriale e di possesso, ma scarsa lucidità.

I problemini vanno risolti azzardando magari soluzioni insolite. I cambi ruolo per ruolo, se assicurano maggiore freschezza, non mutano la scena. La squadra continua nel suo tran-tran.

È una grave lacuna quella di non poter contare sul gioco alto in area avversaria perdurando l’assenza di Milik. Sono necessari più rapidità e coraggio nell’uno contro uno in attacco guadagnando la superiorità numerica che scardina le difese avversarie. E un miglioramento sui calci piazzati è sempre atteso.

In ogni caso, c’è una sola medicina per superare il momento grigio: la vittoria. Ecco perché il Napoli deve battere la Fiorentina. Non interessa come.

Anche senza bel gioco, anche senza incantare, anche acciuffando un successo di rapina.
10/12/2017
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