Calcio
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Fenomeno Pellè, lotta e segna
De Sciglio non perde un colpo
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino del 28.6.2016)
7,5 BUFFON
Capo carismatico della nazionale bianconera e i sette nani, ma sono i migliori nani della nostra vita. Il suo modello è stato il portiere camerunese N’Kono. Gela gli attacchi spagnoli. N’Kono gelato. Disoccupato nel primo tempo sfodera il meglio nel finale su Iniesta, Piquè (paratona), ancora su Piquè (miracolo). Mette il sigillo sulla vittoriona azzurra.

7 BARZAGLI
Aglio, fragaglia e Barzagli, la difesa che quaglia. Contro Nolito (Nolito me tangere), poi contro Morata, infine contro Vazquez. Il raccoglitore di coccinelle non lascia un pallone. Pulito, esemplare, reattivo. Prende forza dalla moglie, Maddalena Nullo. E nullo risulta ogni avversario che gli capita di contrastare. Un giovanotto di trentacinque anni.

7 BONUCCI
Per eleganza è il Signore degli Agnelli. Di testa è un prodigio, come sa Rizzoli. Non lascia una sola palla alta a Morata, l’Alvaro poco corsaro. Non fa differenza contro Aduriz e Pedro che si avvicendano al centro dell’attacco iberico. Difensore di gran classe, lanci zero: l’Italia parte sempre facendo gioco, in palleggio e con aperture sulle fasce.

7,5 CHIELLINI
E lo chiamano vecchio scarpone (Gino Latilla). Ma gioca una partita pulitissima. Apre le marcature da opportunista, settimo gol in azzurro. David Silva non è il tormento che si temeva. Silva, ritenti ancora? Scatti e contro-scatti del topolino della Gran Canaria. Chi si’? Tu si’ ‘a Canaria? Chiello là Chiello là mo va dicendo che non c’è niente da fa’.

6,5 FLORENZI
Non è più il tempo che Candreva filava. Il romanino ha voglia, zompa e scoppietta. Florenzino pepe. Tiene a bada Jordi Alba riducendolo al tramonto. A destra si trova a meraviglia. Sventaglia di prima, recupera (anche su Iniesta), si infila in area (palla a De Gea, peccato). Nel finale lascia a Darmian (84’) sull’1-0 da difendere contro una Spagna confusa.

7 PAROLO
Una bottiglia di Parolo a centrocampo per una partita da lieti calici. Angelo custode di Andrès Iniesta, il pifferaio magico. Va avanti e Andrés, inesauribile. L’illusionista spagnolo si illude e non conclude, giocando palloni inoffensivi. Perché è sempre dell’Italia l’ultimo Parolo. Sfiora anche il gol di testa.

7 DE ROSSI
Se Busquets è el quitanieves, lo spazzaneve, torre semovente (1,89), il romanista è di più, regista difensivo, pronto a sganciarsi e proporre. Morata cerca di schermarlo, inutilmente. Padrone del match concedendosi un tunnel a Iniesta. Accusa un dolore muscolare e lascia il campo a Thiago Motta (53’).

7 GIACCHERINI
Chi Fabregas e sfabregas non perde mai tempo. Il settimo nano (1,67) è la pedina tattica. Emerge a sorpresa, scompiglia il centrocampo spagnolo, va al tiro e De Gea salva in corner. Nato a Talla (Arezzo), talla la bala. Giak trova sempre lo spunto vincente. Riferimento costante a sinistra, rientra e scatta.

7 DE SCIGLIO
Dubbio sciolto fra De Sciglio e scigliastri. Juanfran sembra un pallido e rinsecchito pensionato che arranca. Nella nazionale, la sinistra funziona. La corsia mancina è terra di De Sciglio e Giaccherini. Numerosi i cross. Pronti i rientri, prontissimo nel farsi trovare sul fronte offensivo sui contrattacchi degli avversari.

7,5 EDER
L’Italia sboccia e fiorisce nel giardino dell’Eder dove si perde Sergio Ramos del lago di Como. Gioca più spesso a destra. Dalla sua punizione violenta nasce il primo gol degli azzurri. Veloce, innesca contropiedi micidiali. Pianta Piquè e punta De Gea che salva in uscita. Lascia il posto a Insigne (80’).

7,5 PELLE’
Si meriterebbe per trofeo ‘a cammesella ‘e Piquè. Centravanti vero, lottatore continuo, rientri profondi ad aiutare il centrocampo. Il difensore spagnolo va in continua apprensione. Impegna De Gea di testa, lancia di tacco un contropiede di Eder, sigla il 2-0 nel recupero. Al settimo cielo e al settimo gol.

5 THIAGO MOTTA
De Rossi non ce la fa e lascia il posto a Thiago Moscio. Nel finale di gara, la Spagna attacca confusamente, lui gira un po’ a vuoto, timido nei contrasti, evanescente nella posizione. Per farsi notare dà una gran manata a Vazquez e becca il “giallo” che lo esclude dalla prossima partita.

6,5 DARMIAN
Rileva Florenzi. Sull’1-0 e con la Spagna che accenna a risvegliarsi, meglio avere due terzini sugli esterni a completare la difesa. Entra in partita (84’) splendidamente cancellando le precedenti prestazioni opache. Siccome è festa grande contro gli spagnoli si concede l’assist del raddoppio azzurro.

7 INSIGNE
Entra per Eder sfinito a dieci minuti dalla fine. Ed è subito scoppiettante dopo avere perso la prima palla. Va deciso verso De Gea che gli para il tiro centrale. Dialoga con Pellè. Ferma Vazquez. Con uno spettacolare cambio-gioco da sinistra a destra lancia Darmian per l’assist della mazzata finale dell’Italia.

8 CONTE
Exit iniuria verbis. Lui è per il remain. Vieni, c’è una strada Del Bosque. Il trucco non funziona. L’iniziativa è dell’Italia rocciosa, convinta, agile.
Ruba il gioco e spegne la Spagna che cade dalla paella alla brace. La festa non è finita, gli azzurri non se ne vanno. Cameriere, champagne.
A giocar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Ma l’Italia di Conte gioca benissimo, a memoria.
Aggredisce alta, attacca, ha precisi punti di riferimento. Pellé ed Eder sono ancora una scommessa vinta. Il bastione juventino regge. Sono gioielli tattici Parolo e Giaccherini. E gli attaccanti sono “alla Conte” facendo un gran lavoro.

SPAGNA
Travestiti da colombe (palomas blancas), non sono più aquile reali, falchi pellegrini e furie rosse.
Non c’è traccia del tiki-taka. La Spagna va subito in affanno, aggredita dall’Italia.
Fa quattro miracoli De Gea (7) dopo essersi lasciato sfuggire il pallone del primo gol.
In bambola Piqué e Ramos (4,5). Iniesta incide poco (6), pressato da Parolo, ma ha attorno una squadra ferma, sorpresa, confusa.
Poco fa Fabregas (5,5). David Silva, tanta buona volontà e null’altro (5). Nolito da dimenticare (4).
Morata murato dai suoi ex amici bianconeri (5). Regge Busquets (6) nel collasso generale.
Juanfran (5,5) e Jordi Alba (5) inchiodati sulla linea laterale.
In panchina, Vicente De Bosque ha la faccia lunga. La Spagna ha smarrito se stessa. Il suo gioco non c’è più. Né possesso, né girotondi.
Anticipata e pressata a tutto campo, perde il bandolo della sua famosa matassa. Irriconoscibile e in completa soggezione degli azzurri.
Nel finale, i primi veri tiri in porta che Buffon sventa da par suo.
Grande Italia, ma piccola Spagna. Cancellato lo 0-4 di Kiev. Rivincita rotonda.

28/6/2016
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