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Allred “La NBA non mi interessa, mi basta giocare a Napoli”
di Mario Triggiani
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Sono stati oggi presentati alla stampa i tre giocatori americani che completeranno il roster della squadra per la stagione 2009/2010. Il GM Pasi è stato chiaro su questo punto: il mercato della NSB Napoli si chiude qui.
Gli occhi rimarranno ben aperti per cercare qualche possibile colpo, ma già sono stati fatti miracoli in termini di tempo per organizzare la squadra, quindi non ci si aspetti altri colpi nei prossimi giorni.
A chi gli chiede dell’assenza di un’ala piccola di ruolo in rosa, visto che Gigena è adattato a quel ruolo, Pasi risponde che sia Sestokas, qualora venisse riconfermato, sia Oglesby possono occupare lo spot di ala piccola, quindi l’allenatore si deve sentire coperto con il roster che ha già, senza aspettarsi altri colpi.
Il vero colpo, secondo Pasi, sarebbe il raggiungimento di un accordo per la partnership commerciale, ma lo stesso GM prevede di trovarla solo dopo che la squadra sarà scesa in campo, dimostrando ai possibili sponsor quale sia il valore della squadra e l’attaccamento dei tifosi alla stessa.
Il clima, infatti, dopo le tensioni iniziali, si sta rasserenando, grazie ai “fatti”, tanto richiesti dalla tifoseria, che la squadra sta facendo vedere, ed all’opera di mediazione della stampa, che Pasi ringrazia.
L’unico rammarico del GM è quello di non poter ospitare amichevoli al PalaBarbuto, a causa dei lavori nel palazzetto, e l’unica speranza, in questo senso, è quella di un invito per l’ultima settimana disponibile, da inviare ad una squadra straniera (la A2 parte prima e le squadre di massima serie sono già impegnate).
La scena si sposta poi sui giocatori, ed è il centro Lance Allred a farla da padrone.
“Big Red”, come afferma di essere soprannominato, ricorda le sue esperienze precedenti in Europa, e non sono bei ricordi per lui, visto che in Turchia, al Galatasaray, non ha ricevuto tutti i soldi dovuti, ed in Francia ha fatto da riserva.
A Napoli sarà tutta un’altra storia, con un forte sindacato dei giocatori come quello italiano, ed una panchina corta come quella napoletana, l’americano non rischia di veder ripetersi gli inconvenienti del passato.
Allred è anche l’unico giocatore che non guarda all’NBA (c’è già stato, risultando il primo non udente a parteciparvi), ritenendo il campionato statunitense troppo basato sul fisico e troppo poco sulla tattica, a differenza di quello italiano, che, soprattutto nelle squadre di Martelletti, ha visto prevalere il gioco di squadra sulla bravura del singolo.
Ma le parole di Allred maggiormente apprezzate dai presenti sono state quelle sul suo handicap (è sordo per l’80%). Egli ha spiegato che ha impiegato 15 anni per imparare l’inglese, e durante questi lunghi anni è nato il suo amore per la scrittura, che lo ha aiutato a relazionarsi con gli altri. Lance spera, inoltre, che l’esperienza partenopea gli dia l’ispirazione per un altro libro.
Allred ci tiene, poi, a zittire tutti gli scettici sul suo conto affermando “C’è chi non corre, chi non palleggia, chi non dribbla e chi non passa, beh, io non sento. E’ tutto qui.”.
Prendono poi la parola i due americani, che affermano di essere ben allenati e pronti per affrontare la difficile sfida della salvezza con la NSB.
Reynolds, in particolare, dice di non essere un amante delle sfide, ma l’attrattiva della massima serie italiana ha avuto il sopravvento sulle sue perplessità, e così ha accettato il trasferimento.
Kruger, invece, non conosce il campionato, ma considera Napoli un ottimo trampolino di lancio per approdare in NBA.
Tutti gli americani concludono, poi, dichiarandosi a disposizione del tecnico, pronti a seguire i suoi ordini, e, soprattutto, a far vedere il proprio valore e raggiungere una salvezza che, vista la mentalità mostrata dall’intero roster, sembra forse un po’ meno lontana.