Altri Sport
Torna alla ricerca
La favola di Maradona
La sua storia a puntate – 84
di Mimmo Carratelli
Giunsero notizie amare dall’Argentina. Una di queste fu la dichiarazione di Juan Marcos Franchi: “Maradona non tornerà mai più a giocare nel Napoli né in Italia”. Seguivamo avidamente, da Napoli, le cronache di Buenos Aires, Diego. Sembravi tranquillo. Venivi segnalato su una Fiat Uno amaranto sulla quale facevi la spola fra casa tua, in Calle Correa, e la casa dei tuoi genitori in Calle Cantilo. Giocavi con le bambine, ricevevi qualche amico calciatore.

Un giorno i giornalisti ti strapparono questa frase: “Ho fatto venticinque controlli antidoping, possibile che proprio l’ultimo fosse positivo?”. Ecco il problema, pibe. Il sospetto che fosse stata una trappola ce l’avemmo in molti. Dovevi pagare qualcosa e, così come ti stavi riducendo con la coca, al Napoli non servivi più.

Sabato 6 aprile 1991 venne fuori la sentenza della Commissione disciplinare della Federcalcio. Quindici mesi di squalifica per le tracce di cocaina nell’antidoping dopo la partita col Bari. Affermò la Disciplinare che la cocaina era uno stimolante proibito dalla nuova normativa come la fentermina che aveva portato alla squalifica di un anno dei calciatori della Roma Peruzzi e Carnevale. La squalifica di 15 mesi sarebbe stata estesa in campo internazionale. Non avresti potuto giocare con la nazionale argentina.

La tua difesa, Diego, protagonista l’avvocato Vincenzo Maria Siniscalchi, avanzò il dubbio che le provette con le tue urine potessero essere state manipolate e chiese una superperizia e un supplemento di indagini. Disse inoltre l’avvocato Siniscalchi: “Le tracce di cocaina trovate hanno un valore tanto modesto che basta per dimostrare che Maradona non intendeva certo assumere la sostanza per migliorare le prestazioni sportive, bensì per una scelta di benessere personale”. Chiese perciò che venissi giudicato in base all’articolo 1 del codice sportivo (eri venuto meno a doveri morali) e non per l’articolo 32 che riguardava il doping.

Dopo quattro ore in Camera di consiglio i giudici emisero la sentenza di condanna. Si disse che fu una sentenza equa perché, Diego, rischiavi due anni di squalifica. I giudici sportivi chiarirono: “La cocaina fa parte del primo gruppo di sostanze dopanti e non interessa il motivo per il quale è stata assunta, un calciatore sa che basta l’assunzione per infrangere la regola”.

Il Napoli fu scagionato da ogni responsabilità. Rischiava un’ammenda di 400 milioni. I giudici sportivi dissero che non potevi essere “governato” dalla società azzurra e perciò il Napoli non aveva responsabilità per quello che facevi. Governato? Responsabilità? Il fatto era un altro. Ti abbandonarono, ecco tutto. Per il presidente Ferlaino non eri più Maradona, ma un “caso” da risolvere a tutto vantaggio del Napoli. Perciò si disse intenzionato a usare la sentenza sportiva per rescindere i contratti federali ed economici che ti legavano al Napoli. In ballo 13 miliardi per gli impegni sottoscritti fino al 1993.

Risparmiare quel danaro era l’obiettivo. Della tua salute, della tua sorte, dei sacrifici che avevi fatto per il Napoli, delle vittorie conquistate solo grazie al tuo talento nessuno si curò più. Eri stato l’idolo osannato, corteggiato, inseguito dai dirigenti azzurri felici di farsi fotografare con te. Ti cancellarono dal loro cuore, ammesso che ne avessero uno. Disse il giocatore Incocciati. “E’ una crocefissione”. Dall’Argentina, Claudia dichiarò: “Non ci aspettavamo certo comprensione”.

Tirava aria di sentenza esemplare e così fu. Si fece vivo Guillermo Coppola che disse: “Da quando Diego decise di lasciare Napoli, cominciarono i guai”. L’amarezza più grande fu che avemmo la conferma della droga. L’avevamo sospettata, forse saputa, e taciuta. Stavamo andando incontro a una crudele verità.

La Commissione di appello federale confermò, il 20 aprile, la sentenza della Disciplinare: quindici mesi di squalifica. Avevi altri guai a Napoli: l’inchiesta per il mancato riconoscimento del figlio avuto da Cristiana Sinagra che lo attribuiva a te (era tuo); l’inadempienza contrattuale della Diarma, la società che curava la tua immagine, rivendicata dal Napoli; le indagini giudiziarie sul traffico di cocaina, sospettato di avere assunto, detenuto e ceduto sostanze stupefacenti.

Stringemmo i denti noi che ti volevamo bene e non potevamo che stare dalla tua parte. Quell’antidoping dopo la gara col Bari ci puzzava di imbroglio.

Andavi a pesca dei dorados a Esquina, andasti allo stadio del Boca applauditissimo, dichiarasti a un network televisivo che ti stavi organizzando per poter continuare a giocare con chiunque ti avesse chiamato. Giocavi a calcetto. Lo facesti una volta indossando la maglia della Sampdoria, una delle tantissime maglie che conservavi. Dichiarasti: “Ho commesso molti errori nella mia vita. Ma il più grave è stato quello di dire, tre mesi fa, che me ne volevo andare dal Napoli. Questo ha scatenato tutto quello che sta accadendo. Ora voglio cominciare a vivere. Basta ritiri. Voglio vivere in Argentina”.

Continua

Vai alla prima puntata
Vai alla seconda puntata
Vai alla terza puntata
Vai alla quarta puntata
Vai alla quinta puntata
Vai alla sesta puntata
Vai alla settima puntata
Vai alla ottava puntata
Vai alla nona puntata
Vai alla decima puntata
Vai alla undicesima puntata
Vai alla dodicesima puntata
Vai alla tredicesima puntata
Vai alla quattordicesima puntata
Vai alla quindicesima puntata
Vai alla sedicesima puntata
Vai alla diciassettesima puntata
Vai alla diciottesima puntata
Vai alla diciannovesima puntata
Vai alla ventesima puntata
Vai alla ventunesima puntata
Vai alla ventiduesima puntata
Vai alla ventitreesima puntata
Vai alla ventiquattresima puntata
Vai alla venticinquesima puntata
Vai alla ventiseiesima puntata
Vai alla ventisettesima puntata
Vai alla ventottesima puntata
Vai alla ventinovesima puntata
Vai alla trentesima puntata
Vai alla trentunesima puntata
Vai alla trentaduesima puntata
Vai alla trentatreesima puntata
Vai alla trentaquattresima puntata
Vai alla trentacinquesima puntata
Vai alla trentaseiesima puntata
Vai alla trentasettesima puntata
Vai alla trentottesima puntata
Vai alla trentanovesima puntata
Vai alla quarantesima puntata
Vai alla quarantunesima puntata
Vai alla quarantaduesima puntata
Vai alla quarantatreesima puntata
Vai alla quarantaquattresima puntata
Vai alla quarantacinquesima puntata
Vai alla quarantaseiesima puntata
Vai alla quarantasettesima puntata
Vai alla quarantottesima puntata
Vai alla quarantanovesima puntata
Vai alla cinquantesima puntata
Vai alla cinquantunesima puntata
Vai alla cinquantaduesima puntata
Vai alla cinquantatreesima puntata
Vai alla cinquantaquattresima puntata
Vai alla cinquantacinquesima puntata
Vai alla cinquantaseiesima puntata
Vai alla cinquantasettesima puntata
Vai alla cinquantottesima puntata
Vai alla cinquantanovesima puntata
Vai alla sessantesima puntata
Vai alla sessantunesima puntata
Vai alla sessantaduesima puntata
Vai alla sessantatreesima puntata
Vai alla sessantaquattresima puntata
Vai alla sessantacinquesima puntata
Vai alla sessantaseiesima puntata
Vai alla sessantasettesima puntata
Vai alla sessantottesima puntata
Vai alla sessantanovesima puntata
Vai alla settantesima puntata
Vai alla settantunesima puntata
Vai alla settantaduesima puntata
Vai alla settantatreesima puntata
Vai alla settantaquattresima puntata
Vai alla settantacinquesima puntata
Vai alla settantaseiesima puntata
Vai alla settantasettesima puntata
Vai alla settantottesima puntata
Vai alla settantanovesima puntata
Vai alla ottantesima puntata
Vai alla ottantunesima puntata
Vai alla ottantaduesima puntata
Vai alla ottantatreesima puntata
5/4/2005
  
RICERCA ARTICOLI