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Bennato vende Bagnoli e Adl la compra
di Mimmo Carratelli
(da: Corriere dello Sport dell’11.03.2024)
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Sulla terra promessa di tante promesse dove, a Bagnoli, sorgevano l’Italsider e la Cementir, dismesse con un cospicuo lascito testamentario di veleni, si registrano entusiasmo, festeggiamenti, luminarie e girotondi da parte di idrocarburi policiclici, loppe, morchie, rifiuti vari, percolato e amianto alla notizia che Aurelio De Laurentiis si è accordato con Edoardo Bennato dopo l’inserzione dell’architetto bagnolese: “
Ma che-che-che occasione, ma che affare, vendo Bagnoli, chi la vuol comprare”. Il nuovo stadio del Napoli a Bagnoli è cosa fatta. L’architetto-cantautore, polistrumentista con armonica a bocca Edoardo Bennato ha commentato: “
Viva Aurelio, affezionato a quella barba un po’ lunga, così elegantemente anni Cinquanta”.
Aurelio ha ricambiato: “
Lo stadio mi necessita, pe’ forza ll’aggi’ ‘avè”.
Si eccita la colmata ridente e fuggitiva, la leggendaria colmata di rifiuti e veleni di Bagnoli che il famoso Tino Santangelo presidente di “
Bagnoli Futura” definì “
una terrazza sul mare che non ce l’ha nessuna città al mondo”, dopo di che nacque “
Bagnoli Fottuta”.
Quarant’anni di false bonifiche, fatui progetti, magagne, trucchi, bugie e la colmata deve andare via, no resta, sarà un giardino, no è cemento avvelenato, con la perdita di fondi per un miliardo di lire e ventuno indagati per disastro ambientale e truffa ai danni dello Stato, amministratori, commissari dirigenti, politici, arraffasoldi. Bagnoli, la vergogna mondiale di Napoli.
Con De Laurentiis arriva il riscatto. Lo stadio comprenderà tutti i progetti mai realizzati a Bagnoli, un farfallario, la casa delle tartarughe, una città del cinema, il porto canaglia e il porto turistico per lo yacht di 44 metri “
Deep Blu” del presidente Aurelio più altre 699 barche, il male balneabile, il waterfront e il dietrofront. Tutto pronto per il 2027. Attorno allo stadio, una vera Aurelioland.
Ed ora cantami, o diva, del Comune di Napoli il furore e l’ira funesta che infiniti singulti addusse al sindaco Gaetano Manfredi, novello don Rodrigo che protesta con voce esangue: “
Questo stadio a Bagnoli non s’ha da fare, né domani, né mai”. E aggiunge sulle note di Sergio Bruni: “
Bagnoli è rrobba mia, sul’io songh’’o padrone, magnateve ‘o limone”.
La contesa ch’è mai la vita infiamma Napoli. Il sindaco Manfredi, troppo gentile e tanto onesto pare, geme: “
Corre voce che l’Aurelio ardisca sfidarci ancora e di Bagnoli la valle e la colmata minacciar”. Aggiunge flebile: “Se quel guerriero io fossi, se il mio veto s’avverasse”. Aurelio più furioso di Orlando replica: “
Indosso la corazza, il mio progetto in testa, Chiavelli al fianco mio e Sinicropi in braccio, a Bagnoli lo stadio, checché si dica io faccio”.
Il presidente della Regione De Luca non si schiera: “
Ohimè! Di guerra fremere l’atroce grido io sento”.
Paginate di giornali, trasmissioni televisive, social e tweettaroli in campo. Manfredi e De Laurentiis s’appicciano, se stutano, se tornan’a appiccia’.
Uno stadio per nemico. Aurelio: “
Di Bagnoli la pianura, io conquisto con lo stadio, e carissimo Gaetano, lev’‘e mano”. Manfredi: “
Ti si fatta n’idea scullata, fu l’at jer ca t’aggia ‘ncuntrato, fu l’at jer ti dissi gnornò”. Aurelio: “
Te ‘ncuntraje, te parlaje, e m’ammmosciai di te”. Manfredi: “
Si tu vulisse ‘o stadio veramente, nun mme facisse ‘ncujetà pe’ niente, nun me lassasse ‘o Maradona, tu Lobotka e Calzona”.
Aurelio: “
Fuorigrotta è fatiscente, tu mmo daje pe’ senza niente?”. Manfredi sommessamente: “
Tu si pazzo, e nun nce scassamme ‘o cazzo”.