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Campionato sfregiato
e a Fuorigrotta pomeriggio di fuoco
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 17.10.2020)
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Tre a zero alla Juventus, il campionato è salvo, il Napoli è un imbroglione. Ricomincia il campionato dei sospetti, delle allusioni, di una guerra dichiarata e non, di una trentina di calciatori contagiati, di Ronaldo e altri cinque juventini che se ne fregano dell’isolamento fiduciario, del vittimismo ipocrita del presidente bianconero Agnelli (“
Il mondo aspetta le nostre sconfitte”), delle “
peggiori intenzioni” di Aurelio De Laurentiis che vuole mettere a rischio il campionato perché “
tira il Covid per la giacchetta” e ora è apertamente sospettato di non avere voluto giocare a Torino perché gli mancavano Zielinski, Elmas e Insigne, del giudice Sandulli in odore di ricusazione nel processo di appello del Napoli, del derby di Milano che si gioca con sei contagiati dell’Inter e due del Milan, di un calcio in bancarotta che vuole sopravvivere a tutti i costi con un protocollo fasullo e contro le leggi dello Stato.
Si gioca. Rino Gattuso è un guerriero, cancella l’amarezza del club colpito ma non affondato dalla giustizia sportiva e richiama la squadra alla realtà del campo.
Napoli-Atalanta, pomeriggio di fuoco al San Paolo. L’Atalanta cerca nuove certezze per proporsi candidata allo scudetto, il Napoli deve battersi per riconquistare la qualificazione alla Champions. Siamo appena alle prime battute di campionato, la sfida avrà conseguenze relative in classifica, ma importanti sul morale e l’autostima delle due squadre.
Il Napoli sarà senza Zielinski, Elmas, Insigne, ma porterà in campo lo spirito di squadra rinato nello spogliatoio azzurro. E con Babayoko ufficializza il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Il calciatore francese di origini ivoriane è una presenza rilevante (1,89) nella coppia centrale davanti alla difesa e pronta a rilanciare. Il Napoli guadagna in fisicità tenendo conto anche della potenza e dell’agilità di Osimhen. E Koulibaly è ancora vivo e lotta con noi.
L’Atalanta è la macchina da guerra che si conosce. Difesa a tre (attaccabile in contropiede) per avere più giocatori a centrocampo, recupero-palla immediato, mezza squadra e anche più nella metà campo avversaria per aggredire alto e puntare al gol con schemi collaudati e la regia geniale del Papu Gomez.
In casa e fuori, l’Atalanta non fa differenza. Il suo magnifico gioco è sempre lo stesso. Assaltare l’avversario. E il gol le viene facile. Già migliore attacco dopo tre partite (13 gol), a valanga negli ultimi due campionati (175 reti).
Sarà una partita pirotecnica tra la forza dell’Atalanta e l’agilità del Napoli. Col pivot Osimhen, che ha tecnica oltre che prestanza fisica, il Napoli può fare girare l’attacco imbarazzando la difesa bergamasca. E c’è Lozano, voluto però male impiegato da Ancelotti, ora in piena fiducia, rilanciato da Gattuso.
Farà la differenza il numero di palle perse e conquistate. Perciò si pretende dal Napoli un gioco meno sofisticato, un gioco veloce, in profondità, escludendo il possesso-palla insistito col rischio di perderla contro l’aggressività atalantina. La palla deve correre più degli uomini.
L’Atalanta (3-4-2-1) affolla il centrocampo con sei giocatori. Il Napoli non deve subire l’inferiorità numerica dove la partita nasce perché significherebbe concedere alla formazione bergamasca il dominio del match.
Nella fase passiva dovranno sacrificarsi gli attaccanti. Non sarà facile perché l’Atalanta occupa tutto il campo e, sulle fasce, possiede poderosi cavalli da corsa (Hateboer, Gosens).
Nel cuore del match il Napoli dovrà essere presente, compatto e abile. Sarà battaglia a tutto spiano nel tourbillon di movimenti di De Roon, Freuler, Malinosvski e Gomez, i quattro moschettieri di Gasperini, soliti a spadroneggiare a centrocampo.
Pressing e rilancio. Concretezza degli azzurri sotto rete. La sfida è aperta. Vincerà chi farà meno errori.