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L’ultima befana si chiama Ospina
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 12.01.2020)
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Tredicesimo palo in campionato (68’ Zielinski) sullo zero a zero, poi l’errore di Ospina che regala a Immobile la palla dell’1-0 per la Lazio (82’).
Il momento nero del Napoli non ha fine. Avrebbe meritato il pareggio per come ha condotto la partita. Ma gira proprio tutto al contrario. Dopo i tre regali all’Inter, il regalone alla Lazio. Il Napoli è una befana continua. Dispensa doni e gli avversari ringraziano.
Il Napoli è uscito battuto dopo avere giocato una partita intelligente limitando molto le potenzialità della Lazio. Nel primo tempo con un possesso-palla difensivo (52%) e un ritmo lento non ha fatto giocare la Lazio.
Nella ripresa spingendo in attacco ha cercato il risultato pieno, sfiorandolo. Mentre stava dominando il match, Ospina ha concesso a Immobile il gol della vittoria laziale.
Gli azzurri sin dall’inizio erano riusciti a imbavagliare la squadra di Inzaghi con un giro-palla insistito. La Lazio, che cominciava pressando alto, man mano si ritraeva arretrando anche Immobile e Caicedo.
Tenendo molto la palla il Napoli nel primo tempo a centrocampo, gli attaccanti azzurri non entravano in scena. Callejon piuttosto assente, Milik poco reattivo, Insigne generosissimo nella fase di contenimento, ma svelto nel portare l’attacco.
Il primo tiro in porta della Lazio arrivava al 42’ (Ospina annullava la conclusione di Milinkovic-Savic), raddoppiato dal tiro di Luis Alberto (44’) bloccato dal portiere azzurro. Dunque, tutto filava secondo i piani. Non far giocare la Lazio, toglierle profondità e sicurezza. La squadra romana si faceva vedere solo alla fine della prima frazione.
Nel primo tempo arido di eventi degni di nota, Insigne su punizione dalla sinistra, mirando l’incrocio lontano, costringeva Strakosha a un salvataggio in corner (28’). Unica conclusione degna di nota nei primi 45 minuti e parata decisiva.
Non che il Napoli dominasse, ma la Lazio era ammansita. Neanche un tiro in porta dei suoi attaccanti controllati da Manolas (Immobile) e Di Lorenzo (Caicedo). Era a centrocampo che il Napoli riusciva a tenere in pugno il match. Alla Lazio concedeva qualche strappo di Luis Alberto e qualche iniziativa di Milinkovic-Savic sul lato sinistro della difesa azzurra.
La Lazio non è squadra che sbrana le partite. Sa essere attenta e paziente. Ha lasciato l’iniziativa al Napoli senza soffrire troppo. Per arginare il giro-palla degli azzurri ha giocato molto nella sua metà campo trovando raramente lo spunto di Lazzari a destra e le giocate di Lulic a sinistra.
La fase difensiva del Napoli era perfetta col concorso dei giocatori più umili, da Hysaj a Mario Rui. Mancavano le rifiniture incisive e le aperture geniali di Fabian Ruiz (meglio nella ripresa) e di Zielinski. Nelle combinazioni strette nell’area laziale mancava la prontezza di Milik.
Chiudendo zero a zero il primo tempo, il Napoli poteva dirsi soddisfatto. La Lazio è una delle squadre più in forma del momento. Ieri ha centrato la decima vittoria di fila, colpendo ancora nel finale. Non è riuscita a brillare contro il Napoli. Ma la Lazio sa come giocare le partite senza imporsi. Arretra, fa filtro, occupa bene il campo, difende egregiamente.
L’interrogativo, nella ripresa, era uno solo. Il Napoli avrebbe resistito ancora col suo gioco paziente, testardo, prudente o sarebbe venuta fuori la Lazio? Veniva fuori invece proprio il Napoli, riducendo i palloni passati all’indietro e usando il possesso-palla, che saliva al 59 per cento, più in senso offensivo.
Il Napoli, di fronte a una Lazio quasi rinunciataria, in attesa e in continuo controllo, si impossessava del match. Migliorava Fabian Ruiz e Insigne giocava da grande capitano, difendendo e attaccando. Le chiusura difensive, sui contrattacchi della Lazio, erano perfette. Il primo tiro di Immobile giungeva al 53’ (facile parata di Ospina).
Alla Lazio mancavano velocità e determinazione. Sembrava fosse proprio in difficoltà, incapace di ripartire, mentre il Napoli, che era stato prudente nel primo tempo, prendeva coraggio, trascinato da Insigne. Ma sul fronte offensivo c’erano Milik poco reattivo e Callejon in ombra.
Inzaghi si copriva maggiormente sostituendo una punta (Caicedo) con un centrocampista (64’ Cataldi) perché il Napoli giocava costantemente nella metà campo laziale. Ma non era fortunato il Napoli quando, sulla palla filtrante di Insigne, Zielinski colpiva il palo lontano.
Il Napoli insisteva nella sua partita coraggiosa e Strakosha con una mano in tuffo riusciva a deviare la conclusione pericolosa di Insigne (76’). Le migliori occasioni erano del Napoli che stava facendo la partita con grande impegno a attenzione.
Si temeva che andasse sotto a centrocampo, dove la Lazio può schierare il miglior reparto del campionato. Ma, a parte le incursioni di Luis Alberto, i centrocampisti laziali giocavano piuttosto in difesa. Milinkovic-Savic quasi assente, Lucas Leiva in tono minore.
Molto era merito del Napoli che sapeva tenere palla, portarla avanti e ridurre la percentuale di errori negli appoggi.
Sembrava una partita inchiodata sul pareggio, la Lazio mai pericolosa, il Napoli in buona serata ma poco incisivo. Insigne veniva dentro al campo per giocare più palloni, Hysaj e Mario Rui venivano avanti, mancava solo la migliore qualità di Fabian Ruiz e Zielinski e, come s’è detto, Milik non era proprio in serata.
Poteva essere un buon pareggio per cancellare la serie delle sconfitte (quattro nelle ultime otto gare, ora cinque in nove partite). Ma arriva l’errore di Ospina (Meret indisponibile) che, in area e in possesso della palla, cercava il dribbling vincente sulla pressione di Immobile sul lato destro dell’area anziché battere via il pallone:
il risultato era che il portiere perdeva il pallone che Immobile calciava verso la porta vuota ed era il gol-vittoria. Inutile l’intervento di Di Lorenzo davanti alla porta. Il difensore azzurro finiva, nel rinvio maldestro, col battere la palla in rete.
Mancavano poco più di dieci minuti alla fine. Gattuso impiegava Llorente per Allan (84’), Elmas per Callejon (88’) e Lozano per Insigne (92’) senza risultati apprezzabili. Prima di lasciare il campo, Insigne impegnava ancora Strakosha in una parata di rilievo (91’) dopo che Ospina aveva negato il raddoppio a Immobile (87’).
BILANCIO – Positivo per la Lazio nei confronti casalinghi con il Napoli: 27 vittorie, 19 pareggi, 18 sconfitte. Schiacciante il vantaggio del Napoli sul suo campo: 31 vittorie, 22 pareggi, 10 sconfitte.
LA SERIE – Era un bell’andare all’Olimpico contro la Lazio. Sei vittorie e un pareggio nelle ultime sette trasferte prima del match di ieri. Callejon e Higuain con 4 gol sono stati i cannonieri azzurri nella lunga serie positiva, poi 3 gol di Insigne e un gol per Milik, Koulibaly, Mertens, Jorginho (rigore), Pandev, Campagnaro. L’ultima vittoria (3-1) della Lazio sul suo campo risale al 7 aprile 2012: in gol Candreva, Mauri e Ledesma su rigore; per il Napoli col di Pandev.
FATALE – Non portò bene la Lazio a Edy Reja in due confronti al San Paolo. Dopo il 2-2 del 20 gennaio 2008, De Laurentiis entrò furioso negli spogliatoi aggredendo il tecnico: “Non ti metto le mani addosso perché sei vecchio”. De Laurentiis aveva allora 59 anni, Reja 63. Peggio andò l’8 marzo 2009 quando la Lazio vinse al San Paolo 2-0. Il Napoli di Reja era alla settima sconfitta in nove partite. De Laurentiis lo esonerò ingaggiando Donadoni. Fatale la Lazio anche per Vincenzo Guerini che fu esonerato dopo l’1-5 a Roma il 16 ottobre 1994 (doppietta di Winter, gol di Boksic, Casiraghi e Negro, gol di Pecchia per il Napoli). Era la sesta giornata. Arrivò Boskov da direttore tecnico con Canè in panchina.
IL RICORDO – Legato a Lazio-Napoli del 20 settembre 2017 uno dei più bei gol di Dries Mertens. Il belga filtrava in area sulla sinistra, Strakosha in uscita bassa toccava la palla verso l’out senza allontanarla troppo e Mertens, col portiere fuori porta, disegnava una spettacolare “palombella” che finiva nell’angolo alto lontano. Fu il terzo gol del Napoli nella partita che finì 4-1 per gli azzurri.
GIORDANO – Bruno Giordano, romano di Trastevere, dieci campionati nella Lazio (254 partite, 108 gol con le coppe), arrivò al Napoli alla soglia dei trent’anni, in apparente declino. Fu una scommessa vinta da Italo Allodi, l’elegante architetto del primo scudetto azzurro. Convinse il giocatore a lasciare la Lazio con un vaticinio: “
Se ci metti tutta la volontà, a Napoli tornerai ad essere il più forte centravanti d’Europa”.
Vinicio, che l’aveva allenato alla Lazio quando Giordano aveva vent’anni, ha detto: “
La cosa che più mi stupì di Giordano fu la semplicità con cui faceva le cose difficili. Si avviava a diventare il miglior centravanti italiano. Aveva un solo difetto, quell’aria scanzonata che non gli faceva dare importanza a quello che faceva”.
Napoli segnò la riscossa di Bruno Giordano esaltandosi al fianco di Maradona. Col Napoli vinse lo scudetto 1987 e la Coppa Italia nella stessa stagione. Lasciò il segno di 37 gol in 105 partite. Spettacolare il gol che segnò a Torino contro la Juventus con una mezza rovesciata al volo. Il Napoli vinse 3-1, nell’anno del primo scudetto. Suo l’assist a Carnevale per l’1-1 contro la Fiorentina al “San Paolo” la domenica in cui, con 90 minuti di anticipo, il Napoli si laureò campione d’Italia.
LAZIO-NAPOLI 1-0 (0-0)
NAPOLI (4-3-3): Ospina; Hysaj, Manolas, Di Lorenzo, Mario Rui; Allan (84’ Llorente), Fabian Ruiz, Zielinski; Callejon (88’ Elmas), Milik, Insigne (92’ Lozano).
LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Leiva (81’ Berisha), Luis Alberto (90’ Jony), Lulic; Caicedo (64’ Cataldi), Immobile.
ARBITRO: Orsato (Schio).
RETI: 82’ Immobile.