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Colpo mai visto,
la cometa di Lorenzo brilla di luce propria
di Mimmo Carratelli
(da: il Mattino del 23.11.2017)
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È stato il gol del giorno, del mese, dell’anno? Non si sa. Si continua a fantasticare sul gol di Insigne allo Shakhtar. Spettacolare, sorprendente, unico. La cometa di Natale in anticipo nella porta dell’ucraino Pyatov.
L’altra sera, al San Paolo, quando Lorenzo Insigne prende palla al 56’ sul lancio corto di Hamsik e va nella metà campo ucraina col vento nelle caviglie sul suo sentiero di sinistra, nessuno sa che cosa accadrà e possa accadere.
Non lo sanno i compagni, non lo sa Sarri, non lo sanno i cronisti in tribuna, non lo sanno gli avversari. Perché l’azione è ancora “larga”, lontana dalla porta del gigantesco Pyatov (1,90).
I più “informati” sentenziano che Lorenzo, una volta evitato il terzino Butko, lancerà il solito messaggio aereo a Callejon, il lungo assist telecomandato sorvolando tutta la larghezza del campo.
Ma nel nanosecondo della sua sapienza calcistica, nell’istinto naturale della sua classe, nel DNA della sua inventiva, Lorenzo Insigne sa già dove andrà a parare.
A metà del primo tempo, ma quasi da fermo che s’è capito subito che cosa avrebbe fatto, Lorenzo aveva dipinto il suo classico tiro ad arcobaleno e Pyatov, spingendo più in alto possibile il suo metro e 90, s’era inarcato sfiorando il pallone con le dita e così sviandolo in corner. Troppo facile. Un tiro e una parata per i fotografi.
Stavolta, dieci minuti dopo che è iniziato il secondo tempo, il prodigio nasce dalla sorpresa. Lorenzo fa la solita sterzata per portarsi più nel campo, lascia stordito Butko, evita un secondo difensore e, intanto, ha toccato e sta toccando ripetutamente la palla.
Dopo il lancio di Hamsik la tocca nove volte (una sola volta di sinistro all’inizio, controllandola rapidamente con i due piedi) e al nono tocco è tanto fuori dall’area, tanto lontano dalla lunetta che nessuno pensa quello che Lorenzo ha già eseguito: una lunga, portentosa palombella che va a infilarsi nell’angolo sinistro alto di Paytov che stavolta allunga inutilmente in volo il suo metro e 90.
Cinguetta il pallone di Lorenzo nel nido all’incrocio dei pali ucraini. È il gol che spacca la partita e lancia il Napoli verso una strepitosa vittoria dopo che i giocolieri brasiliani dello Shakhtar, nel primo tempo, avevano fatto ballare la rumba a tutta la squadra azzurra.
Allora, questo di Insigne è il gol del mese, dell’anno, di sempre? Il gol di Lorenzo allo Shakhtar è una sintesi, una combinazione, un intreccio tra fede, scienza e magìa.
La fede è la sua sicurezza assoluta di piazzare un colpo vincente da distanza proibitiva e con una battuta ad alto coefficiente di difficoltà.
La scienza è la concomitanza di tutti i coefficienti balistici che confezionano il gol partito per la tangente di ogni giocata immaginabile.
La magia è l’esclusivo talento di Insigne.
Dov’è la meraviglia? A parte la prontezza delle giocate che preparano il gol, e il movimento a mezzaluna che Lorenzo fa per accentrarsi, e il tocco magico di chi crea pallonetti artistici come marchio di fabbrica, la meraviglia è la distanza dalla quale Insigne fa volare, salire e scendere il pallone sin dentro la porta degli ucraini.
Salvo smentite di memorie più ferrate, non ricordiamo un gol così “a palombella lunga” in azione. Ce ne sono stati su calci di punizione (Pirlo, Pjanic, Dybala), a palla ferma e facilmente governabile.
Tra i gol più belli, se ne ricordano di acrobatici (il colpo dello scorpione di Ibrahimovic) e di sensazionali (il colpo di tacco volante di Van Basten), tutta la serie di pura creatività di Totti, i colpi di spada di Cristiano Rolando, Messi e il pallone in un tutt’uno seminando avversari e battendo portieri, le geniali giocate di Maradona.
Ma, ogni volta, son sembrati colpi preparati. Li abbiamo fiutati prima che si realizzassero. Li abbiamo “pensati” prima che si verificassero. Il gol di Insigne allo Shakhtar si è materializzato contro ogni attesa e previsione.
Alessandro Del Piero, i cui poster proprio Insigne aveva alla parete della sua stanza da ragazzo, ha segnato gol “a palombella” in corsa, ma forse da distanza più ravvicinata, più a conclusione di una corsa chiaramente mirata al gol, realizzati con la velocità, il controllo e il colpo finale a effetto del fuoriclasse juventino, tutte giocate tanto prevedibili quanto inarrestabili.
Insigne ha segnato agli ucraini in maniera del tutto diversa e imprevedibile. Ha tirato giù il gol dal cielo mentre tutti erano col naso per aria ad aspettare niente, comunque aspettando una giocata diversa.
Ma Lorenzo, pùm, ha vibrato il colpo ingannevole, sublimemente ingannevole che ha ingannato tutti.
Maradona era sicuramente capace di questo, di ingannare il tempo, lo spazio e gli avversari. Intanto, Sarri dice che Insigne è da tre anni un fuoriclasse. E noi tante volte l’abbiamo criticato, rimbrottato, ripreso...
Lorenzo delle meraviglie. I suoi gol “a giro” si sono ripetuti, la punizione al Borussia fu un colpo di talento, il gol a Madrid da metà campo fu una furbata geniale. Questo contro lo Shakhtar è stato di tutto e di più.
Nel cielo della partita contro gli ucraini è stato come la stella cometa di Natale, una parabola sorprendente e prodigiosa. Una meraviglia. Una cometa finita dritta e luminosa nella grotta di Pyatov.