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Due vantaggi russi negli ottavi
di Europa League
di Mimmo Carratelli
Alle 13,15 di ieri, nella sede svizzera dell’Uefa a Nyon, il portiere polacco Jerzy Dudek, 42 anni, in passato al Liverpool e al Feyenoord, ha estratto dalle urne del sorteggio degli ottavi di Europa League la Dinamo Mosca avversario del Napoli, prima partita al San Paolo giovedì 12 marzo (ore 21), ritorno a Mosca giovedì 19 (ore 19). Dudek era in rappresentanza della Polonia che ospiterà a Varsavia la finale di Europa League il 27 maggio.

Ha fatto bene, ha fatto male? Gli ottavi saranno più duri per il Torino (Zenit San Pietroburgo) e l’Inter (Wolfsburg), poi il derby italiano Fiorentina-Roma.

Può darsi che al Napoli sia andata meglio. In passato, il Napoli ha incontrato due squadre di Mosca, la Torpedo in Coppa Uefa ai tempi di Savoldi e Braglia (fuori gli azzurri ai trentaduesimi) e lo Spartak, secondo turno in Coppa dei campioni, nella rocambolesca giornata di Maradona (in lotta disperata con la droga).

Diego arrivò a Mosca in aerotaxi dopo la squadra, Bigon lo tenne in panchina e lo schierò a metà secondo tempo (0-0) al posto di Zola. Il Napoli perse ai rigori. Il pibe segnò il suo, sbagliò Baroni regalando la qualificazione ai russi. Era finita 0-0 anche al San Paolo.

La Dinamo è una novità assoluta. Avrà due vantaggi sul Napoli. Giocherà il secondo match sul suo campo e avrà appena due partite di campionato, l’8 marzo con una squadra di metà classifica, il 15 marzo contro lo Spartak Mosca. Il campionato russo è stato sospeso a metà dicembre e riprende a marzo.

Saranno, invece, quattro le partite che il Napoli dovrà giocare a cavallo delle due sfide con i russi: Torino domenica sera, l’andata di semifinale di Coppa Italia con la Lazio a Roma (4 marzo), in campionato l’Inter in casa (8 marzo) e il Verona fuori (15 marzo). Benitez dovrà azzeccare tutte le rotazioni.

Con la Dinamo sarà un derby azzurro, colore comune alle due formazioni. Allenata da Stanislav Cherchesov, 51 anni, ex portiere dello Spartak Mosca, la Dinamo si schiera normalmente col 4-3-3, ma al San Paolo volendo limitare i danni sfodererà il 4-5-1 che le è valsa la qualificazione contro l’Anderlecht nei sedicesimi.

Da tre anni è il club del milionario Boris Rotenberg, 58 anni, russo di Leningrado, patrimonio 1,7 miliardi di dollari, fornitore esclusivo delle strutture per i gasdotti della Gazprom, in grande confidenza con Putin. La Dinamo ha grandi ambizioni con la cassaforte sempre piena, 83 milioni di euro investiti negli ultimi due anni per rafforzare la squadra.

Tutta la gloria del club è confinata nel nome di Lev Jascin, il grande portiere russo che giocò con la squadra moscovita dal 1940 al 1970. Era soprannominato “il ragno nero”. La Dinamo ha vinto l’ultimo campionato russo nel 1976, undicesimo successo. Quest’anno è uscita dalla Coppa di Russia ai sedicesimi. Rotenberg tenta di portare la squadra al livello degli altri due club più forti di Mosca.

Prima di eliminare l’Anderlecht nei sedicesimi (0-0 in Belgio, 3-1 a Mosca), la Dinamo aveva chiuso il girone di Europa League a punteggio pieno davanti a Psv Eindhoven, Estoril Praia e Panathinaikos. Ha giocato anche due turni preliminari eliminando gli israeliani dell’Ironi e i ciprioti dell’Omonia. Il centrocampista Aleksei Ionov è il goleador europeo con quattro gol.

Non è una formazione giovane, abbondano i trentenni. Il colosso della squadra è il difensore congolese Cristopher Samba (1,93). In molte partite, la Dinamo è andata in svantaggio e ha dovuto recuperare. Il portiere Vladimir Gabulov (32 anni) è uno dei meno battuti del campionato russo (19 gol in sedici partite).

La “stella” è il trentunenne francese Mathieu Valbuena, trequartista giunto lo scorso anno dal Marsiglia. Gli artiglieri sono il russo Aleksandr Kokorin, 23 anni, e il tedesco Kevin Kuranyi (1,90). Ma vanno in gol anche i centrocampista, Ionov e Zhirkov meglio degli altri. Una curiosità.

Nella Dinamo gioca un figlio del proprietario e omonimo del padre, Boris Rotenberg, 29 anni, nato in Russia ma con passaporto finlandese.

28/2/2015
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