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Ecco lo Slovan dove cominciò Hamsik
di Mimmo Carratelli
Bratislava è là, tre volte più grande di Napoli, adagiata su un colle che digrada sul Danubio attraversato da tre ponti, distante appena sessanta chilometri da Vienna con cui è collegata da catamarani.

Lo Slovan è la squadra più titolata della Slovacchia e il Napoli l’affronterà per la seconda partita di Europa League. I giocatori dello Slovan sono chiamati “bellasì”, azzurri, come quelli del Napoli.

Lo Slovan Bratislava è stata la culla calcistica di Marek Hamsik. Vi giunse nell’agosto 2002. Il nonno Ivan gli procurò un provino. L’esito fu positivo. Ma c’èra un problema. Lo Jupie Podlavice deteneva il cartellino di Marek e lo Slovan, con le casse in rosso e la fresca retrocessione, non poteva pagare il trasferimento.

Papà Richard Hamsik si dette da fare. Vendette l’auto di famiglia, una Skoda Felicia di fabbricazione ceca, e si fece prestare del danaro da due amici. In tutto racimolò centomila corone slovacche (tremila euro). Fu la somma con cui rilevò Marek dallo Jupie Podlavice e lo consegnò allo Slovan.

Hamsik cominciò a giocare nelle giovanili. Nel 2004 passò in prima squadra. Non aveva ancora 17 anni quando debuttò nella serie B slovacca. Segnò il primo gol di testa e, dopo solo sei partite, partì per Brescia e salutò lo Slovan.

Gli batterà il cuore tornando a Bratislava dove il Napoli cercherà punti per avanzare in Europa League. Il debutto dello Slovan nel secondo torneo europeo è stato disastroso: 0-5 a Berna contro lo Young Boys.

In campionato, la squadra non sta andando bene, quinta in classifica ma con due partite da recuperare. Nelle ultime quattro gare ha rimediato tre sconfitte e un pareggio, battuta in casa dalla capolista Trencin (0-2) e fuori dallo Zelina (0-3), secondo.

Sembra la squadra più debole del girone I dell’Europa League, ma farà una gara di orgoglio, probabilmente molto chiusa e in contropiede (4-4-1-1).

Benitez agita ancora il turn-over, dopo tre partite di campionato in una settimana, e il Napoli dovrà essere molto determinato se vuole portare via punti dal Pasyenki Stadion, appena 13mila posti che gli ultrà degli azzurri di Slovacchia, i Belasà Slachta e gli Ultras Slovan, renderanno vivace.

Lo Slovan ha preferito giocare nello stadio più piccolo anziché al Tehelné Pole che dispone di trentamila posti.

Lo Slovan è una formazione molto giovane. Gli anziani sono il portiere Dusan Pernis e l’attaccante ceko Pavel Foit (1,87), entrambi trentenni.

Oltre a Foit, la squadra schiererà altri tre stranieri, il ceko Jablonsky e l’argentino Gorosito in difesa, il trequartista Seydouba Soumah della Guinea che ha sempre il gol in canna.

In attacco mancherà Robert Vittek, l’uomo di maggior talento, infortunato.

Potrebbe giocare il trentunenne Juraj Halenar (104 gol in carriera). L’altra alternativa a Foit è Lester Peltier, sgusciante attaccante di Trinidad. I colossi della squadra sono il portiere Pernis (1,91) e il difensore centrale Branislav Ninaj (1,91).

Molto vulnerabile fuori casa, lo Slovan ha un buon trend interno.
Sul suo campo segna il triplo dei gol in trasferta, ma subisce anche molte reti (11-6 in cinque partite).

L’africano Soumah è il regista offensivo della squadra. Fa spesso “dai e vai” col centravanti per andare al tiro.

Squadra giovane e perciò veloce, lo Slovan punterà molto sulla freschezza atletica, ma la scarsa esperienza è un handicap notevole.

Campione di Slovacchia negli ultimi due anni, lo Slovan ha giocato quest’anno i preliminari di Champions superando gli inglesi dei New Saints (1-0 in casa, 2-0 fuori), i moldavi dello Sheriff Tiraspol (2-1 in casa, 0-0 fuori), eliminato poi dai bielorussi del Bate Borisov (1-1 in casa, 0-3 fuori).

Spesso presente nella Champions, lo Slovan non ha mai superato il secondo turno di qualificazione.
In Europa League si è sempre arreso ai primi turni. Lo Slovan Bratislava è al posto numero 200 nel ranking Uefa (24° il Napoli). Da cinque gare europee è imbattuto in casa (tre vittorie, due pareggi).
30/9/2014
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