Calcio
Torna alla ricerca
Le vittorie toccasana dei momenti grigi
di Mimmo Carratelli
Le vittorie aiutano nei momenti difficili. Prezioso il successo del Napoli sullo Sparta con l’handicap dello svantaggio sull’unico tiro dei praghesi in porta.

L’Europa League non va snobbata e passare il turno dei gironi è possibile. Ma, a prescindere dal torneo europeo, la vittoria resta l’unica medicina per un Napoli che sembra ancora in convalescenza.

La squadra ha perso brillantezza. Non ha più l’elegante palleggio voluto da Benitez, sulle corsie esterne l’incisività è calata, la difesa subisce ancora specie sui palloni inattivi. C’è un problema di condizione per i reduci dal Mondiale.

Non sono i rumors a condizionare la squadra azzurra e neanche la disaffezione dei tifosi per la campagna-acquisti. Il Napoli è ancora un buon gruppo e può battersi a un buon livello. Dai nuovi arrivati si attende che entrino in forma per dare un contributo concreto.

La “rosa”, pur non facendo un salto di qualità, sembra più competitiva. Koulibaly è un titolare inamovibile. De Guzman e David Lopez hanno bisogno di lavorare. Michu è forse il giocatore di maggiore tecnica, ma è lento in area. Da prima punta non può ancora funzionare.

Lo Sparta Praga non è restato a guardare sino al pareggio di Mertens, poi si è dissolto contro la maggiore determinazione degli azzurri.

Sembrava essere l’avversario più pericoloso in Europa League. Ora sono gli svizzeri dello Young Boys che mandano squilli (5-0 allo Slovan Bratislava, la prima squadra di Hamsik).

Il campionato riprende con la trasferta di Udine (domenica, ore 18). Benitez sta facendo un accorto turn-over valutando la condizione fisica degli azzurri. Higuain è un lottatore ed è l’unico, quando si allarga sulle fasce, a crossare da fondo campo. Hamsik è in leggera ripresa.

Manca una qualità accentuata a centrocampo. Per le corsie esterne c’è da aspettare i miglioramenti di Callejon e Mertens. Lo spagnolo, contro lo Sparta, è parso più partecipe (traversa piena, un solo gol sinora).

Mertens, nella crisi di gioco della squadra, si affida (forse troppo) all’iniziativa individuale, ma giovedì sera ha colpito due volte, la seconda volta con un pezzo di bravura, tecnica e prepotenza.

Il Napoli può vincere con la qualità dei singoli, ma è il gioco di squadra che deve tornare. Giro-palla più veloce, più movimento in avanti, sovrapposizioni più continue e incisive sulle fasce.

A centrocampo occorrono più rapidità e visione del gioco. In difesa non c’è ancora ordine. Albiol deve tornare ad esserne il leader.

Fin quando le cose non torneranno come l’anno scorso, si dovrà campare alla giornata. Il campionato stringe i tempi e ci sono da giocare tre partite in otto giorni, una sola in casa (Palermo) fra due trasferte (Udine e Sassuolo).

Fare punti è importante per non mollare la zona alta. Con Juve e Roma che sembrano fare cosa a sé, il terzo posto è un traguardo da puntare.
19/9/2014
RICERCA ARTICOLI