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Gela, prossimo avversario del Napoli
di Andrea Bello

La storia
Strana storia quella del calcio a Gela. Storia di tifosi che per tanti anni si danno battaglia (sportiva) e poi sono costretti ad una convivenza forzata. Eh si’ perche’ il Gela nasce alla fine degli anni ’90 dalla fusione delle due squadre del paese, la Juventina e il Terranova e, fino a due anni fa, porta anche nel nome i tratti di questa unione: la squadra di calcio di Gela, infatti, si chiama inizialmente Juveterranova. Con la Juventina dai colori rosanero e il Terranova giallorosa, per non scontentare nessuno, la Juveterranova assume inizialmente i colori bianco azzurri. Da quest’anno, tuttavia, scoppia la bagarre proprio sui colori sociali. Il Comune, infatti, diventa main sponsor della societa’ e la obbliga a seguire i colori sociali del vessillo comunale, che sono il giallo ed il rosso, identici tratti cromatici dell’ex squadra del Terranova. I tifosi del Gela di sponda Juventina a questo punto insorgono e per la gara con il Napoli promettono contestazione alla societa’, anche se per la partita del secolo siamo propensi a credere che chiunque vorra’ solo godersi la festa. Per la squadra, dopo il campionato vinto lo scorso anno in C2, si tratta della prima stagione in assoluto in serie C1.

La stagione in corso
Sei punti in classifica, sinora, per i siciliani, frutto dell’unica vittoria casalinga contro la Massese e di tre pareggi al cospetto di Lucchese (in casa), Pistoiese e Manfredonia (fuori casa). 7 gol fatti e 9 subiti, uno score che indicherebbe una squadra che sa segnare, ma subisce anche tanto. In realta’ il dato e’ ingannevole, se si tiene in considerazione la partita spettacolo giocata contro la Sangiovannese in terra toscana e persa per 5-3. Obiettivo dichiarato dalla societa’ e’ la salvezza.

Il presidente
Rosario Crocetta, 54 anni, comunista, è diventato sindaco di Gela l’11 marzo 2003, vincendo un ricorso al Tar siciliano: aveva denunciato errori elettorali ai suoi danni. Nell’estate scorsa ha sostenuto un’altra battaglia davanti ai giudici amministrativi, fino al Consiglio di Stato, per restituire la serie C1 al Gela, promosso dopo aver vinto i play off. La Federcalcio aveva escluso il club perché non erano stati compiuti tutti gli adempimenti tecnici e finanziari dopo il passaggio di proprietà. Necessario, sollecitato dal sindaco Crocetta dopo la promozione in C1 perché esponenti della vecchia dirigenza, Massimo Romano e Giuseppe Cammarata, erano stati coinvolti in un’inchiesta sugli appalti della mafia. Crocetta ha riunito dieci piccoli imprenditori di Gela, città di 80.000 abitanti, negli anni novanta il tristissimo primato di cento omicidi in ventiquattro mesi, e ridato vigore alla società, riammessa il 9 agosto. «La C1 è stata una battaglia per lo sport e la legalità», racconta Crocetta, che gira sotto scorta perché da due anni è un obiettivo della mafia. Lui ha cominciato a combatterla nel 1990, quando otto bambini vennero uccisi in una sala giochi. «Capii in quei giorni che bisognava intervenire nella storia delle persone». Il sindaco che parla l’arabo e un mese fa ha recitato il primo capitolo del corano per onorare undici clandestini morti sulla spiaggia di Deusino, a pochi chilometri da Gela, attende con ansia il Napoli. Sorride Crocetta, detto Saro: «Lo sport deve unire, ma per novanta minuti io mi scateno: divento un ultrà e voglio vincere». È orgoglioso del lavoro che porta avanti anche nel calcio. «Un’opera di bonifica», la definisce, facendo riferimento al nuovo club pulito e presieduto da Alfredo Carrabino. Il Comune ha offerto un finanziamento di 320.000 euro a patto che il Gela esibisse sulle maglie (a volte di colore giallorosso, altre biancazzurro) la scritta «Gela città della legalità». È allo studio un’iniziativa per la partita con il Napoli, promossa da Tano Grasso, il promotore della fondazione antiracket che ha contattato De Laurentiis e Marino: oggi verrà annunciata dai due comuni. Dice Crocetta: «Sabato e domenica le associazioni antiracket, il Napoli e il Gela devono lanciare un forte messaggio. Napoli è una città che ha gravi problemi di legalità, ma sta cercando di intraprendere un percorso culturale e sociale, quindi alcuni attacchi dei media sono stati ingiusti. Sarei contento se il Napoli fosse al nostro fianco in questa iniziativa. Noi siamo orgogliosi di ricevere una squadra che rappresenta la capitale del Sud e ci dispiace di trovarla in C1. La bellissima curva dello stadio di Gela accoglierà i napoletani con calore. Domenica c’è una partita che rappresenta il riscatto del mezzogiorno».

L’allenatore
Ad Andrea Pensabene e’ toccato l’arduo compito di sostituire nel cuore dei tifosi siciliani Manuele Domenicali, artefice della promozione del Gela dalla C2 alla C1, passato al Pisa e poi esonerato dai toscani recentemente. Anche Pensabene e’ uno che di esoneri se ne intende, avendo dovuto lasciare anzitempo la panchina del Trapani in C2 nel 99, del Cremapergo, in serie D nel 2000, dello Sciacca in serie D nel 2001 e dell’ Igea Virus, lo scorso anno, in C2. Nel 2002/03, tuttavia, ha vinto il campionato con l’Isernia in serie D. Come modulo adotta il 4-4-2.

La squadra
Sconosciuti o semisconosciuti alla grande platea i giocatori del Gela. Il giocatore piu’ rappresentativo della squadra e’ il portiere Indiveri che, tuttavia (leggi paragrafo seguente) potrebbe non essere della gara. La bandiera dei siciliani e’ Marco Comandatore. Classe 1971, gelese purosangue, il giocatore ha disputato 11 campionati con la maglia della propria citta’, intervallati da una sola stagione al Vittoria. Quest’estate e’ arrivato dal Benevento Domenico Giugliano, nativo di Avellino, da cui la piazza si aspetta molto. Il giocatore, pero’, infortunatosi durante la preparazione, non e’ mai stato al top della condizione. Il peso dell’attacco e’ sulle spalle di Carboni, che sul finire degli anni ’90 era alle giovanili della Sampdoria, senza aver mai esordito in prima squadra. Il capitano e’ il centrocampista catanese Vincenzo Berti.

Undici in campo
Pensabene e’ alle prese con la grana Indiveri. Il portiere ha abbandonato l’allenamento di martedi’ e non si e’ presentato alle due sedute del giorno successivo. Qualcuno, ma sono solo voci di corridoio non confermate, sostiene che i problemi di Indiveri nascano dal fatto che l'atleta pugliese non riesca ad accettare le mediocri strutture nelle quali è costretto a lavorare. E, in un certo senso, bisogna anche capirlo. Uno che finora ha giocato a Bari, Cesena, Lanciano e Martina, ossia in posti dove i campi alternativi in erba abbondano, non accetta di buon grado di allenarsi nel Sahara che è il Via Recanati. Ma questo, certo, non può giustificare fino in fondo il suo atteggiamento nei confronti anche dei suoi stessi compagni, che tutto sommato lì si allenano e lavorano sodo tutti i giorni. Per cui, se questo è l'unico motivo dei turbamenti di Indiveri le sue ragioni sono solo in parte giustificate. Si profila, dunque, sempre più una esclusione del portiere ed una chance davvero unica per l'eterno secondo del Gela, Antonio Castelli. La seconda defezione sempre più probabile è quella del laterale Daniele Unniemi, che anche ieri ha lavorato da solo, facendo appena corsetta a bordo campo. Il giovane palermitano non ha ancora recuperato dal dolore alla gamba (pegno di un infortunio rimediato a San Giovanni Valdarno) e vede sempre più allontanarsi la possibilità di esserci per la gara con il Napoli. Questi i probabili undici in campo: Castelli, Tamburro, Gargiulo, Filippo, Sapienza, Levacovich, Berti, Kone’, Mangiapane, Carboni, Abate.

Lo stadio
Il “Vincenzo Presti”, stadio intitolato alla memoria di un atleta di Gela, famoso negli anni ’30 per avere ottenuto dei successi a livello nazionale nell’atletica leggera, puo’ ospitare solo 5500, spettatori dopo il recente ampliamento del settore ospiti. La gara, in ogni caso, si giochera’ a Gela. Tutti gli interventi urgenti e straordinari alle strutture dello stadio, infatti, sono state eseguiti ad opera d'arte. Due uscite di sicurezza (una sulla Via Recanati ed una sulla Via Venezia), posa di serbatoi di acqua per i servizi igienici del settore ospiti, due nuovi gabbiotti di tribuna-stampa per i giornalisti napoletani (uno) e per il personale di Polizia che lavorerà con l'ausilio di telecamere per monitorare il comportamento del pubblico presente allo stadio (l'altro). L'unica richiesta non ancora esaudita riguarda la sostituzione della recinzione in plexiglass della curva e della gradinata. La ditta alla quale il Comune di Gela si è rivolta per ordinare il grigliato in ferro che andrà a sostituire i pannelli in plexiglass sta tardando a far arrivare il materiale, che è atteso in città per la settimana prossima. Intanto, è stato ordinato alla ditta che sta svolgendo i lavori allo stadio di pulire ogni giorno, fino a domenica, la pannellatura di recinzione.

Curiosita’
Per motivi logistici e’ stato richiesto l’anticipo della gara (accordato dalla lega) alle 14,30. Come accade in ogni citta’ quando arriva il Napoli, anche a Gela sono sospesi abbonamenti e tessere omaggio per l’incontro di domenica. Per i tifosi del Napoli sono a disposizione 950 tagliandi del settore ospiti.

La citta’
Tra le piu’ antiche colonie greche, Gela ha mantenuto intatta la cinta muraria dell’epoca ellenica. La citta’si trova in provincia di Caltanissetta pur avendo un numero di abitanti notevolmente superiore rispetto a quelli del capoluogo (78 mila contro 45 mila). A Gela si trova la piu’ importante raffineria petrolifera italiana per benzina verde. Le auto di gran parte del territorio nazionale, infatti, camminano grazie al carburante prodotto qui dalla Agip Petroli.

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