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Recensioni
I GIORNI DI VETRO, di Nicoletta Verna
di Giovanna D’Arbitrio
Vorrei essere libero come un uomo
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
E che trova questo spazio
Solamente nella sua democrazia
Che ha il diritto di votare
E che passa la sua vita a delegare
E nel farsi comandare
Ha trovato la sua nuova Libertà
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche avere un'opinione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione
. (G. Gaber)

Mi son venuti in mente i versi della canzone di G. Gaber mentre leggevo il romanzo storico di Nicoletta Verna “I giorni di Vetro” (Ed. Einaudi) che mette in particolare rilievo la condizione femminile durante il fascismo.

Il libro viene così presentato: “Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È così che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris? Intenso, coraggioso, I giorni di Vetro è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia.

Colpisce il personaggio di Redenta, ragazza ingenua, ma che con il suo “sguardo sbilenco” riesce a percepire ciò che gli altri ignorano: con coraggio sopporta e lotta contro il suo aguzzino e la ferocia del suo tempo. Senz’altro un romanzo storico che potrebbe fornire utili riflessioni sui problemi dei tempî attuali, come ha sottolineato la stessa autrice affermando quanto segue: “Ho scelto di raccontare il passato per parlare della violenza del presente. Il tema principale del romanzo è la violenza (…) Qualunque invenzione presente nel romanzo è sottoposta al rigido vincolo della verità storica frutto di una corposa ricerca”.

Senz’altro un romanzo drammatico che ho letto tutto d’un fiato, coinvolta da uno stile particolare che inserisce nei discorsi termini dialettali “italianizzati” ad hoc forse per una più profonda immersione del lettore in un ambente rurale ricco di leggende e tradizioni, unite purtroppo anche ad ignoranza, pregiudizi e credenze popolari: tanti personaggi, buoni o malvagi, umili o potenti, tutti ben descritti, personaggi che alla fine trovano la loro strada in tempi duri e violenti. Impressionante il racconto di sadiche crudeltà che suscitano orrore e disgusto.

Il libro ha riscosso grande successo. Ecco alcuni significativi commenti: “Questo libro è vivo: fatto di Elsa Morante e di Renata Viganò. Il romanzo italiano torna a resistere”. R. Saviano

I giorni di Vetro si dimostra capace di tessere un rapporto ideale tra i destini minuti delle persone e la Storia con tanto di maiuscola, cioè quella grondante di vita, morte, amor patrio, stragi, assembramenti, sangue, folla, congiure […] Questo romanzo ti arrovella e non ti lascia in pace. Ha un fuoco ottocentesco e un carico emotivo estremo, e il suo confronto con l'estetica e la follia del fascismo è un dato oggi attualissimo. Farà parlare di sé”. Leonetta Bentivoglio, la Repubblica

Verna ha una voce potentissima, diversa da tutte, ha come un magnete interno attorno al quale tutto il racconto gravita, una tranquillità e una sicurezza, una calma rovente. Un tizzone, la letteratura quando torna”. Concita De Gregorio, la Repubblica

I giorni di Vetro di Nicoletta Verna è uno dei libri più neri e severi che io abbia mai letto, ma con una luce interna (la letteratura?) che sorregge il racconto dalla prima all’ultima riga, e gli impedisce di soccombere alla durezza dei fatti. Un grande libro”. Michele Serra, Il Post

Questo romanzo riesce nell’impresa quasi impossibile di raccontare la Resistenza sfuggendo alla retorica. Per farlo, Verna segue le tracce di Fenoglio: narra gli esseri umani con le loro piccole passioni, i loro amori, le loro insicurezze, e sono queste ultime più che il coraggio a fungere da leva per combattere”. Irene Graziosi

Nicoletta Verna, nata a Forlì nel 1976, è laureata in Scienza della Comunicazione. Vive a Firenze dove si occupa di web marketing nel settore editoriale.
Ha tenuto corsi su teorie e tecniche della comunicazione ed è autrice di saggi sui media, collaborando inoltre all’Enciclopedia Garzanti della radio.
Ha scritto racconti per le riviste Pastrengo, Carie letterarie, Narrandom e Risme. È autrice di saggi e volumi su media e cultura di massa.
Il suo romanzo d’esordio “Il valore affettivo” ha ottenuto la Menzione Speciale della Giuria alla XXXIII edizione del Premio Italo Calvino e arriverà presto nelle librerie.


25/7/2024
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