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Recensioni
Non conosci Papicha, di Mounia Meddour
di Giovanna D'Arbitrio

Vincitore di due Cèsar, Non conosci Papicha, è il film d’esordio di Mounia Meddour sul cosiddetto decennio nero dell’Algeria, un film in parte autobiografico che ha il sapore della vita, poiché la regista non ha paura di raccontare ciò che accadde in quegli anni. 



 



Il film narra in effetti la storia di Nedjma, una studentessa di 18 anni che ama la moda e sogna di diventare una stilista. Vivace e desiderosa di una vita normale, esce di nascosto di sera con la sua amica Wassila, rifiutando ogni divieto che possa ostacolare la sua libertà e indipendenza: malgrado critiche, maldicenze e fondamentalismi di ogni genere, non si arrende e sceglie di lottare organizzando una sfilata di moda con l’aiuto delle sue amiche, a rischio della vita.



 



In un’intervista la regista ha affermato: “Papicha è un racconto autobiografico. Sono cresciuta in Algeria, dove ho vissuto fino alla maggiore età, e quando studiavo per la laurea triennale vivevo all’università come le ragazze che si vedono nel film. Quindi ci sono molti elementi reali che vengono dalla mia esperienza, come la solidarietà tra ragazze, la dolcezza della vita e le storie d’amore. Dall’altro lato, però, c’erano anche tutte le difficoltà della situazione politica in Algeria, quando negli anni ’90 ci fu una crescita del livello di radicalismo che poi avrebbe portato alla Guerra civile algerina e al “Decennio nero”. Morirono 150 mila persone, e molte restarono traumatizzate dagli eventi. Alle donne era vietato andare a lavorare e all’università, e l’aria intimidatoria era palpabile. 



Ai miei occhi il film riguarda proprio l’emancipazione di Nedjma, che più o meno rappresenta l’immagine di ogni donna. Lei continua a lavorare e a vivere la propria vita nonostante tutti i pericoli. La sfilata di moda era importante. Era vitale parlare di moda perché ha un lato maschile e uno femminile che si riflettono nella società, composta da uomini che dominano lo spazio pubblico e da donne che restano più “dietro la scena”. Volevo una gamma complessa di personaggi. Nedjma è emancipata, ma è anche fragile e forte, cosa che la rende interessante. Lei proviene da una famiglia di classe operaia, e l’università è un luogo di libertà lontano da casa. La sua amica Kahina sogna di andare in Canada, mentre Wassila è più sentimentale e Samira religiosa. Quando si presenta, la violenza arriva sempre in maniera molto scioccante. Era questo il suo intento? Per quanto riguarda la violenza è sempre uno shock, ma per me era importante essere realistica e non distogliere lo sguardo”.



 



Il è davvero un inno alle donne, a coraggio, amicizia, creatività femminile: Magistrale l’interpretazione di Lina Koudri al suo terzo film. Notevole il cast, composto da Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Manel Doumandji, Marwan Zeghbib, Aida Ghechoud, Nadia Kaci.



 



Ecco il trailer seguito da un’intervista alla regista:  https://www.youtube.com/watch?v=bDFhpT6Pwfc



 



 





13/9/2020
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