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Lettere al direttore
Il sogno proibito di una recensione
di Achille Della Ragione
Il mio nome non ha bisogno di presentazioni, anche se il pubblico mi conosce sotto varie vesti: le mie 60.000 pazienti mi ricordano come ginecologo di fiducia, l'opinione pubblica più arretrata, ma anche la più emancipata, rammenta le mie lotte a partire dagli anni Settanta per introdurre nella legislazione italiana la libertà di ricorrere all'aborto, i più anziani ricordano la mia partecipazione nel 1972 al Rischiatutto con relativo raddoppio, un pubblico variegato ed appassionato partecipa da circa 30 anni alle mie settimanali visite guidate gratuite a chiese, musei e monumenti della nostra amata città, i maligni sottolineano, pur sapendomi innocente, i miei lunghi periodi trascorsi come gradito ospite dello Stato, non tutti conoscono la mia attività di scrittore, cominciata nel 1978 e proseguita indefessamente fino ad ora, per un totale di 127 libri.

Basta consultare in rete il sito opac sbn, che cataloga i volumi presenti nelle biblioteche pubbliche italiane per accorgersi che sono l'autore più prolifico e tutti i miei lavori sono consultabili gratuitamente in rete digitandone il titolo o meglio ancora andando sul mio blog o sul mio sito ai seguenti indirizzi:
www.dellaragione.eu
www.achilledellaragione.it

Prima di passare all'argomento che tratteremo voglio ricordare la mia attività nel mondo degli scacchi, dove ho migliaia di amici, ho conseguito il titolo di maestro, ho ricoperto per 10 anni la carica di presidente della lega campana, ho vinto più volte il campionato regionale e soprattutto, in una memorabile simultanea, fui l'unico a sconfiggere l'allora campione del mondo in carica Karpov.

Parliamo ora della recensione a cui ambisco per vanagloria e per far conoscere all'opinione pubblica la difficile situazione in cui versano gran parte dei penitenziari italiani.

L'ultima volta che il Mattino si è degnato di dedicarmi un trafiletto è stato nel 2015 (fig. 1) quando accennò brevemente ad un mio libro sulla pittura napoletana nei musei francesi, che ha avuto l'onore di essere presentato pomposamente nell'aula magna del Louvre.

Per parlare di una vera e propria recensione dobbiamo andare dietro di altri 10 anni, quando fu dedicato uno spazio adeguato (fig. 2) ad uno dei miei libri più famosi: Achille Lauro superstar.

Negli ultimi tempi ho pubblicato due libri sulla mia esperienza carceraria (fig. 3 - 4), ma nonostante in rete, grazie soprattutto a Facebook, hanno avuto decine di migliaia di lettori, non riesco in alcun modo ad avere una recensione su un quotidiano napoletano.

Il Roma ha candidamente dichiarato di non aver spazio per i libri e di dedicare tutto lo spazio alla cronaca della pandemia, il periodico I’m Magazine ha avuto il coraggio di chiedermi un contributo di 2000 euro, mentre il responsabile della sezione culturale de Il Mattino, faticosamente avvicinato da colleghi famosi, che in passato hanno partecipato come relatori nel salotto culturale che ogni settimana da venti anni si tiene nei saloni della mia villa posillipina, si è rifiutato di prendere in considerazione ogni ipotesi di accennare al mio faticoso impegno di letterato.

Voglio concludere che uno dei motivi che mi induce caparbiamente a trattare l'argomento è la possibilità di offrire gratuitamente a tutti i detenuti ed agli ex la possibilità di usufruire di una sentenza della Cassazione (fig. 5) che porta il mio nome e che la stampa, salvo rare eccezioni, ha tenuto rigorosamente sotto silenzio.

Al momento questa è la situazione, ma non mi ritengo definitivamente vinto, chi vivrà vedrà.

www.achilledellaragione.it

Achille della Ragione
28/6/2020
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