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Recensioni
“Solo”, one-man-show di Arturo Brachetti
di Giovanna D'Arbitrio
In scena al Teatro Cilea di Napoli dal 1° al 3 novembre, ha riscosso notevole successo Arturo Brachetti con il suo coinvolgente one-man-show, Solo, the legend of quick-change.

Dopo il successo conseguito all’estero, ritorna Arturo Brachetti nel suo coinvolgente show, un particolare assolo dedicato ai suoi ricordi e fantasie con il quale ci fa entrare nella sua casa segreta, una casa che in fondo è in ogni essere umano: qui ogni stanza racconta ricordi e aspetti diversi della nostra esistenza e gli oggetti si animano, conducendoci in mondi fantastici, pieni di sogni e desideri.

In un mix di reale e surreale, magia e verità, Brachetti si destreggia con maestria in uno spettacolo funambolico in cui il grande artista del trasformismo si diverte a creare fino a 60 personaggi, come quelli di film e telefilm, musica pop, favole e così via. Ogni tanto appare in scena anche la sua ombra sempre in lotta con lui (interpretata da Kevin Moore, un ballerino di colore).

In Solo, tuttavia, oltre a tutto ciò, Braghetti ci affascina con altre abilità in cui eccelle, come ombre cinesi, mimo e chapeaugraphie, sand painting e quant’altro, con il supporto di una scenografia che si avvale sia di mezzi tradizionali che moderni, come il videomapping oppure i raggi laser in stile Matrix, esaltando fantasia e creatività e coinvolgendo al massimo gli spettatori.

Certo l'abilità di trasformista c’è - ha affermato Braghetti in un’intervista - ma credo che insieme a questa ci sia il piacere di costruire spettacoli che non si limitano all'abilità di trasformista, ma usano diversi linguaggi e portano in scena un mondo.
Io ad ogni spettacolo porto in scena il mio mondo, le mie passioni, i miei sogni, gli artisti, i musicisti, i film, i cartoon che amo.
Se uno non ha un mondo da portare in scena si deve accontentare dell'abilità del trasformista, ma alla lunga anche questa non basta…
C'è poi un altro livello che potrei definire “culturale” ed è il piacere di cogliere le citazioni di film, opere d'arte, brani musicali. In Solo ad esempio ad un certo punto mi presento vestito come Yoko Ono e il gioco sta, almeno credo nel cogliere i riferimenti che dissemino nei miei spettacoli. Il terzo livello è poi quello puramente “emotivo” che conquista anche mia madre.
Mi piace pensare che chi esce dai miei spettacoli lo faccia volando, emozionato, mi piace pensare che per un'ora e mezza possa tornare ad essere Peter Pan!
”.

Ci sembra giusto ricordare coloro che hanno contribuito al successo dello spettacolo, come David Ottone, associated director edizione 2016-17, Stefano Genovese, associated director edizioni successive, consulenza creativa e testi, Fabio Valdemarin per le musiche, Zaira de Vincentiis per i costumi, Rinaldo Rinaldi per la scenografia, Jennifer Caodaglio per le coreografie.

Dalle note biografiche apprendiamo che Arturo Brachetti, nato a Torino nel 1957, artista ammirato in tutto il mondo, ha riportato in auge il trasformismo, l’arte dimenticata di Fregoli. Famoso in tutto il mondo, è capace di portare in scena una “galleria” di oltre 350 personaggi, di cui 100 interpretati in una sola serata, mescolando sapientemente comicità, illusionismo, giochi di luci e ombre, il tutto amalgamato con poesia e cultura.

Trai i numerosi riconoscimenti ricevuti figurano il Premio Molière (FR), il Laurence Olivier Award (UK), il titolo di Commendatore, assegnato da Giorgio Napolitano. Nel corso della sua carriera si è cimentato anche come regista e direttore artistico in spettacoli e concerti oltre che commedie e musical di successo.

A Parigi dal 2013 al 2015 fu ancora una volta protagonista della stagione teatrale con Comedy Majik Cho (217 repliche complessive); sempre in Francia è stato giudice delle due stagioni di The Best, successo televisivo dedicato ai migliori performer professionisti, in prima serata su TF1.

4/11/2019
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