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Calcio
Azzurri a Torino: tutti in tribuna !
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 07.10.2018)
Misero zero a zero del Napoli a Torino in una partita giocata dagli Squallor. Squadra poco, anzi niente brillante. Tutti in tribuna! Perché chi non è brillante, come Insigne alla vigilia di Genk, deve andare in tribuna, in esilio.

Ritmo da valzer delle candele. Primo tempo giochicchiato dagli azzurri senza arte né parte. Nella ripresa, il Napoli è scomparso. E meno male che Meret c’è: ha salvato un gol sicuro nei minuti di recupero del primo tempo sull’insidiosa conclusione di Ansaldi.

Il Napoli non c’è più. Non ha voglia, non ha fantasia, non ha schemi, non ha allegria. Il Torino l’ha fatto giocare nel primo tempo. Nella ripresa l’ha impaurito conquistando la metà campo azzurra dove, nella prima parte della gara, si era affacciato raramente.

Qual è il male oscuro di questo Napoli che retrocede quarto in classifica, tre punti sotto l’Atalanta terza? Che cosa non funziona più? Uno spogliatoio che non sarebbe più un blocco? Ancelotti che cambia formazioni? I giocatori che hanno perso fiducia perché il gioco non scorre più?

Si era favoleggiato alla vigilia di un 4-3-3 come ai tempi di Sarri. Ma, accidenti, Callejon è indisponibile per un leggero infortunio al ginocchio destro in allenamento, resta in panchina. Allora c’è Lozano che comincia con grande impegno e poi scompare.

Lozano-Mertens-Insigne doveva essere il tridente di Torino che però ha perso subito le ali. Se Lozano scompariva a destra, Insigne c’era poco e niente a sinistra. In queste condizioni, Mertens ha dato quello che poteva e per poco non ha ripetuto contro Sirigu il memorabile “cucchiaione” con cui beffò Hart tre anni fa.

Un 4-3-3 fasullo, spento anche da una manovra macchinosa, palla troppo spesso indietro, mai una imbucata, un colpo di genio, un cambio-gioco spiazzante per gli avversari. Nel primo tempo la miseria di due tiri (Fabian Ruiz e Zielinski) nella porta di Sirigu, ma, più che tiri, passaggi al portiere granata. Nella ripresa, non c’è stata una sola vera parata di Sirigu.

Senza Albiol (e senza Koulibaly alla seconda giornata di squalifica) la manovra non parte più dal basso e i centrocampisti portano palla (ancora un flop di Zielinski, il fuoriclasse annunciato senza personalità).

Sembra più vivo di tutti Fabian Ruiz che regge la squadra nel primo tempo per calare nella ripresa. Allan non ha la solita incidenza sul match. La squadra improvvisa e sbaglia, sbaglia e improvvisa (troppi gli errori nel secondo tempo).

Come s’è detto, il Torino ha pazientato un tempo temendo chissà quale Napoli. Nella ripresa non ha avuto più timori e ha cercato il risultato pieno. Intercettazioni fortunose hanno spezzato il contropiede granata a campo aperto dopo i corner battuti dagli azzurri.

Hysaj è uscito subito, infortunatosi, e Ghoulam che lo sostituiva ha confermato di non essere ancora pronto, e chissà se lo sarà mai. Così non funzionavano le cosiddette “catene”: né a sinistra, né a destra. Più che giocare, il Napoli trascinava il pallone per il campo.

Nella squallida serata torinese, si fa fatica a salvare qualche azzurro. Meret il migliore per avere scongiurato la sconfitta. Se l’è cavata Di Lorenzo. Se l’è cavata Luperto. Se l’è cavata Mertens col prodigio mancato di un pallonetto (28’), con un gran lancio verso il gol per Lozano che si faceva bloccare (29’), per una seconda palla servita in corridoio al messicano, impappinatosi ancora contro Lyanco. Per il resto, buio profondo.

Solo Ancelotti può spiegare che cosa sta succedendo. Arriva la sosta, ma dodici azzurri saranno in giro per il mondo con le nazionali e, allora, non si può fare il punto di niente. La stagione volge al grigio-scuro. Era la seconda stagione di Ancelotti dopo gli esperimenti della prima e la squadra è più forte con gli ultimi acquisti. Ma è partita malissimo, facendo meno punti del campionato scorso e meno punti di altre cinque delle ultime tredici stagioni.

Il Torino non ha sfoderato la solita grinta e questo l’ha tenuto ai margini nel primo tempo, ma anche nella ripresa, pur conquistando campo e velocizzando la manovra, non ha avuto il piglio necessario.

Il Napoli, s’è detto, nella ripresa è scomparso. Ancelotti ha tardato a fare cambi significativi. Ha inserito Callejon per Lozano (61’) e Llorente per Insigne (67’) dopo avere fatto il cambio obbligato Hysaj-Ghoulam. E dalla panchina ha ordinato un ortodosso 4-4-2, come se, a questo punto, fosse questione di moduli. La squadra non gira, non ha più entusiasmo.

Se Insigne non era “brillante” tre giorni fa, finendo in tribuna a Genk, non è stato brillante a Torino, sostituito per far posto a Llorente in una squadra che si mostrava senza né capo né coda, anche se Llorente ha fallito due volte il gol di testa sui cross di Di Lorenzo (69’) e Callejon (87’). Sarebbe stata una magnifica rapina. Ma questo Napoli non sa vincere né di scippo, né di classe.

Lontano ormai l’ottimismo del nuovo campionato da darci dentro perché sembrava l’anno buono accelerando l’avvicinamento alla Juve. Questo è un Napoli senz’anima e Ancelotti non incide. Mastica chewing-gum, alza il sopracciglio, ma resta fermo.

Stiamo ancora a ricordare la vittoria sul Liverpool che poi non ha mostrato di essere lo squadrone campione d’Europa. I reds ci illusero, Torino ci ha deluso. Doveva essere la partita della riscossa. È stata solo la continuazione di un Napoli che ha ammainato tutte le vele da un mese a questa parte.

PARTENZE – Ecco i punti raccolti dagli allenatori azzurri nelle prime sette giornate di campionato partendo dal migliore. 2017-18 Sarri: 21 punti; 2012-13 Mazzarri 19; 2013-14 Benitez 19; 2018-19 Ancelotti 15; 2016-17 Sarri 14; 2008-09 Reja 14; 2019-2020 Ancelotti 13. 2015-16 Sarri 12; 2010-11 Mazzarri 12; 2014-15 Benitez 11; 2011-12 Mazzarri 11; 2007-08 Reja 10; 2009-10 Donadoni 7.

GOLEADE – Dal ritorno in serie A del Napoli, è il primo pareggio del Napoli a Torino: 6 vittorie azzurre, 1 pareggio, 3 sconfitte. Venti gol all’attivo, 10 al passivo. Due goleade memorabili: il 5-0 del Napoli di Sarri (2017-18) e il 5-3 del Napoli di Mazzarri (2012-13).

BELSITO – È recente l’intesa di collaborazione e affiliazione della società di calcio giovanile Virtus Belsito di via Manzoni alla Torino Academy. Un accordo nato con l’obiettivo comune di dare ai bambini una sana educazione sportiva: prima di tutto c’è la vita con i suoi princìpi e, solo dopo, il calcio. La visita a Napoli di Teodoro Coppola, responsabile del Progetto Torino Academy, ricevuto dal presidente della Virtus Belsito Gianni Caselli, ha sancito l’intesa. Un nuovo “filo calcistico” fra Napoli e Torino. In passato, per restare al calcio professionistico, molti giocatori granata vennero a Napoli: Francini, Crippa, Corradini nel Napoli di Maradona, Castellini negli anni Settanta. Clamoroso il trasferimento di Claudio Sala dal Napoli al Torino.

IL POETA – Acquistato da Gioacchino Lauro che lo prese dal Monza, lasciandolo per un anno al club brianzolo, Claudio Sala, milanese di Macherio, classe 1947, arrivò al Napoli nel 1968, a 21 anni. Una stella nascente del calcio (al Monza fu dato Abbondanza per non far rimpiangere Sala), trovò un ambiente di rivalità e gelosie che finì col tenerlo ai margini. Gli passavano poco la palla.
Soprattutto il trentenne Altafini non gradiva la presenza del giovane Sala in squadra. Elemento prezioso e di sicuro avvenire, avrebbe potuto raccogliere l’eredità di Sivori. Claudio Sala rimase un solo anno in maglia azzurra (24 partite, sei volte entrando in campo da “tredicesimo”, due gol).
Non era ancora un capellone, ma un ragazzo timido. Disse: “Finora non mi ero mai allontanato da Monza così tanto”. Segnò un gol al Varese e uno al Pisa. Con le casse sociali al rosso, Ferlaino non esitò nel 1969 a cederlo al Torino per una cifra notevole: 470 milioni. Sala se ne andò deluso da Napoli: “Non avete pazienza con i giovani, io sarei rimasto volentieri”.
A Torino spiccò il volo e divenne “il poeta del gol” nella ruggente squadra granata degli anni Settanta, campione d’Italia nel 1976. Nei dieci anni torinesi, Claudio Sala segnò un solo gol al Napoli, nel campionato ’72-’73, uno a uno al “San Paolo”.

TORINO-NAPOLI 0-0

NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Luperto, Hysaj (33’ Ghoulam); Fabian Ruiz, Allan, Zielinski, Insigne (67’ Llorente); Lozano (61’ Callejon), Mertens.

TORINO (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Lyanco; Ansaldi, Lukic (83’ Aina), Rincon, Baselli (71’ Meité), Laxalt; Belotti, Verdi (88’ Iago Falque).

ARBITRO: Doveri (Roma).
7/10/2019
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