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Recensioni
The Mule- Il Corriere, di Clint Eastwood
di Giovanna D'Arbitrio
The Mule- Il Corriere, diretto e interpretato da Clint Eastwood, s’ispira alla storia vera di Leo Sharp, veterano della II guerra mondiale, divenuto corriere per il trasporto della droga negli anni ’80. La storia fu raccontata dal giornalista Sam Dolnick in un suo articolo sul New York Times, intitolato The Sinaloa Cartel's 90-Year-Old Drug Mule.

Il film è centrato dunque su Earl Stone (Clint Eastwood), veterano novantenne che continua a lavorare coltivando fiori, una passione per la quale ha trascurato la sua famiglia. Separato dalla moglie Mary (Dianne Wiest), poco amato dalla figlia Iris (Alison Eastwood, sua figlia anche nella realtà), ha un rapporto affettuoso solo con la nipote.

Prossimo alla bancarotta per crisi economica e avvento di vendite on line, respinto dai familiari, per sbarcare il lunario Earl accetta un ingaggio da parte di loschi messicani per trasportare merci in cambio di grosse somme di denaro.

Rimessosi in sesto, ritorna a coltivare i suoi amati fiori, paga le spese per il matrimonio della nipote, aiuta amici in difficoltà e… si diverte viaggiando come corriere tra agi, buon cibo e prostitute. Quando scopre che trasporta droga, purtroppo, non ha il coraggio di smettere e rinunciare a soldi e benessere.

Col passar del tempo, tuttavia, il suo carico di droga diventa sempre più impegnativo, poiché il boss, Laton (Andy Garcia), ha fiducia in lui per la sua veneranda età che non desta sospetti. Le cose si complicano in seguito, quando il dinamico agente della Dea, Colin Bates (Bradley Cooper), comincia ad indagare sull’imponente traffico, in particolare dopo l’uccisione di Laton e il passaggio ai nuovi capi del cartello.

Tra vari colpi di scena rischi e pericoli crescenti, Earl comincia a riflettere sugli errori commessi nella vita: comprende che ha trascurato la famiglia anteponendo ad essa il lavoro ed ora perfino il denaro proveniente da sporchi traffici.

. Mentre trasporta un enorme carico di droga, sorvegliato da scagnozzi del cartello e inseguito da Bates, non esita ad accorrere al capezzale della moglie morente e si trattiene in famiglia a lungo, anche dopo il suo funerale.

"Quando mi hanno proposto di interpretare questo personaggio- ha affermato Clint- mi sono detto che sarebbe stato divertente vestire i panni di qualcuno più vecchio persino di me! La criminalità è economicamente un'ancora di salvezza per Stone, ma moralmente è un collasso. Per cui da una parte la sua vita migliora, ma dall'altra va a fondo. E uno di questi giorni dovrà pagare le conseguenze e affrontare le cose sbagliate che ha fatto".

Il film segna il ritorno di Clint Eastwood nella doppia veste di regista e attore dopo Gran Torino del 2008. Anche in The Mule Clint appare ben ancorato ai temi di patria e famiglia: convinto repubblicano e difensore di valori tradizionali, “il texano dagli occhi di ghiaccio” degli spaghetti western, divenuto grande regista, rivela sempre di avere cuore e sentimenti sotto la scorza dura del conservatore e repubblicano che ha brindato alla vittoria di Trump.

12/2/2019
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