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Cultura
Sandro Deidda, omaggio a Monk e Gillespie
di Adriano Cisternino
Tre fratelli, tre musicisti di jazz. Sono i Deidda, salernitani, figli e nipoti d'arte (nonna Elena suonava il piano swing). Sandro, Dario e Alfonso spaziano fra sassofoni e contrabbasso, senza trascurare pianoforte (era lo strumento di papà Franco) e percussioni.

Suonano spesso insieme, ma altrettanto spesso impegni professionali li separano. Come venerdì 17 che vedrà Sandro impegnato sul palco del Music Art (ore 21,30) con i suoi sassofoni alla guida di un quartetto che comprende Michele di Martino al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso e Stefano Tatafiore alla batteria.

Quattro musicisti che non sono fratelli ma si conoscono benissimo, hanno suonato insieme già tante volte e si ritrovano per proporre un tema suggestivo ed accattivante.

Il 1917 non è famoso nel jazz solo per aver prodotto il primo disco di questa musica con la cornetta di Nick La Rocca, ma anche per aver dato i natali a gente del calibro di Thelonius Monk, Dizzie Gillespie, Ella Fitzgerald e Tadd Dameron.

Saranno questi “grandissimi” della musica afro-americana i protagonisti della serata con i loro temi immortali, riproposti dal quartetto coagulato da Peppe Reale per il prossimo appuntamento sul palco della Torretta.

Ma non basta. Dal jazz al samba, Deidda e soci celebreranno anche i 90 anni della nascita di Antonio Carlos Jobim.

Annunciate insomma, gustose puntate in Brasile, dove peraltro puri jazzisti statunitensi – vedi Stan Getz, Gillespie ed altri – trovarono ampia fonte d'ispirazione. Per gli amanti della buona musica, insomma, c'è proprio da fregarsi le mani.

14/11/2017
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