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Recensioni
“Il Giudice delle Donne” di Maria Rosa Cutrufelli
di Giovanna D'Arbitrio
Tra i libri finalisti candidati al Premio Pavoncella 2017, “Il Giudice delle Donne” di Maria Rosa Cutrufelli (Ed. Frassinelli), senz’altro si distingue per una narrazione coinvolgente sulla strenua lotta di alcune donne coraggiose per ottenere il diritto al voto.

Significativa la scheda di presentazione elaborata dalla casa editrice Frassinelli che così descrive il libro: “Teresa non è una bambina come le altre: nasconde un segreto e per questo ha scelto di chiudersi in un mutismo che la isola e, al tempo stesso, la protegge. Alessandra, al contrario, è una giovane maestra esuberante. Fa parte di quella folta schiera di donne che, all'inizio del Novecento, si spinse nei paesini più sperduti a insegnare l'alfabeto.
Un lavoro da pioniere. Difficile, faticoso, solitario. Anche Alessandra è sola, per la prima volta nella sua vita. Ma le piace insegnare e sfida con coraggio i pregiudizi e le contraddizioni di una società divisa tra idee antiche e prospettive nuove. Nuovo è pure il mestiere di Adelmo, che cerca di farsi strada nel mondo appena nato del giornalismo moderno. Una sfida esaltante per un giovanotto ambizioso e di talento. E le occasioni non mancano in questa Italia ancora giovane, una nazione tutta da inventare.
È il 1906, siamo nelle Marche, all'epoca una delle zone più povere della penisola. La maestra e la bambina sono nate qui. Una ad Ancona, l'altra a Montemarciano. Un piccolo paese sconosciuto, che di lì a poco conquisterà, insieme alla vicina Senigallia, le prime pagine dei quotidiani nazionali. Il nuovo secolo infatti porta sogni strani. Come il suffragio universale. Esteso alle donne, addirittura. Ed è per inseguire questo sogno che dieci maestre decidono di chiedere l'iscrizione alle liste elettorali. Sarà un giudice di Ancona, il presidente della Corte di Appello, a dover prendere la decisione. Lodovico Mortara, il giudice delle donne”
.

Avvalendosi di valide fonti storiografiche nonché della sua immaginazione, l’autrice riesce senz’altro a scrivere un romanzo sulla condizione femminile dei primi anni del ‘900 e sulle difficoltà delle donne di diverse classi sociali. Descrivendo la coraggiosa lotta di dieci maestre per il diritto al voto, Maria Rosa Cutrufelli ci restituisce una pagina autentica del suffragismo in Italia, con una narrazione accurata e senza fronzoli, essenziale ed efficace.

Dai cenni biografici apprendiamo che l’autrice, nata a Messina, cresciuta fra la Sicilia e Firenze, ha studiato a Bologna e, dopo aver viaggiato e vissuto per qualche anno in Africa, ha scelto di fermarsi a Roma.

Dopo gli studi universitari collabora con numerose riviste letterarie e di critica. I suoi saggi e i suoi romanzi sono tradotti in una ventina di lingue.

Fra i romanzi ricordiamo: La donna che visse per un sogno (nella cinquina del Premio Strega, vincitore dei premi Penne, Alghero-Donna, Racalmare-Sciascia), La briganta, Complice il dubbio, D'amore e d'odio (vincitore del Premio Tassoni), I bambini della Ginestra (vincitore del Premio Ultima Frontiera).
29/6/2017
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