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Approfondimenti
Rabarbaro, e ti tingi i capelli !
di Paola La Nave
È una pianta, Rheum officinale, appartenente alla famiglia delle Poligonacee; presenta una grande radice (rizoma) giallastra, foglie basali ampie e fiori ermafroditi, raccolti in infiorescenze a grappolo dette racemi.

Ne esistono varie specie, tutte di origine esotica; in Italia viene coltivato soprattutto come pianta ornamentale.

È ricco di pectine e di zuccheri; il suo rizoma viene utilizzato con buoni risultati nei casi di fermentazione intestinale, di diarrea, di inappetenza, di ulcera e contro gli ossiuri, fastidiosi parassiti dell’intestino dell’uomo.

Poiché è molto difficile usarlo “a regola d’arte”, è conveniente consigliarsi in proposito con il medico o con il farmacista.

Infatti, preso a piccole dosi è un valido tonico, a dosi medie è un lassativo, mentre a dosi elevate risulta essere un forte purgante.

Il rabarbaro cinese contiene sostanze ad azione antibiotica, efficaci nei riguardi di numerosi tipi di germi.

Si può anche preparare un ottimo vino di rabarbaro, lasciando macerare per qualche settimana in un buon vino della polvere di questa pianta; il tutto va poi filtrato e somministrato a bicchierini.

Questa pianta, oltre alle proprietà curative già esaminate, può servire in occasioni decisamente più “frivole”, come nel caso in cui si voglia dare ai propri capelli un particolare riflesso, detto “tizianesco”: questo non è né biondo né rosso, è piuttosto una sfumatura quasi trasparente che ora si vede ed ora sembra svanire nel nulla.

Non è facile ottenerlo con le normali tinture, in quanto basta poco a farlo apparire troppo intenso e quindi poco naturale. Comunque, per far sì che i capelli, anche quelli più scuri, acquistino la tonalità giusta esiste un sistema molto semplice ed economico, tenuto in grande considerazione dalle dame del primo Ottocento.

La ricetta è stata ritrovata in un prezioso libriccino, stampato a Venezia nel 1807 e scritto da un certo Galapidio Talier, famoso per “ogni sorta di tinture”, che gli venivano commissionate da dame del gran mondo e pagate a suon di monete d’oro.

Ebbene, questo “genio delle tinture” consiglia di prendere 5-6 pezzi di rabarbaro (anche secco) lunghi un palmo, porli in un recipiente di vetro provvisto di coperchio e aggiungere vino bianco secco in quantità tale da coprirli. Dopo otto giorni si può filtrare il vino e metterlo in una bottiglia; quindi, lavati i capelli, bisogna passare e ripassare sul capo ancora umido il vino al rabarbaro, aiutandosi con il pettine. Si procede poi alla normale messa in piega e, se è possibile, si lasciano asciugare i capelli al sole.

Fin dalla prima applicazione si otterrà un riflesso ramato che diverrà sempre più intenso ad ogni applicazione. I riflessi risulteranno più caldi sui capelli biondi, più cupi e morbidi, invece, su quelli bruni o castani.

10/2/2016
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