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Differenziata: false promesse
e numeri al lotto
di Vittorio Del Tufo (da: Il Mattino del 29.01.2015)
Si fa davvero fatica, e tanta, a comprendere quale sia la strategia di Palazzo San Giacomo per tirare fuori la città dal disastro dei rifiuti.

Che di disastro si tratti lo dicono - prima ancora dei dati sulla differenziata, che inchiodano Napoli a un misero 21 per cento, e prima ancora di un ciclo di smaltimento che fa acqua da tutte le parti - le strade maleodoranti e sporche, in molte delle quali, per giorni e giorni, non passa un mezzo dell'Asia neanche se sbaglia percorso.

Però coraggio amici, siamo alla svolta: l'ennesima. Anzi, stavolta la svolta è «definitiva».

Lo dice, tranchant, il sindaco De Magistris nell'annunciare il project financing per la realizzazione di un impianto di compostaggio a Scampia con cui «diciamo no a chi ancora ha nei cassetti progetti di discariche e inceneritori da fare sul territorio della città metropolitana».

E la differenziata?

Ovviamente c'è da attendersi il meglio: l'obiettivo del Comune resta quello di raggiunge il 70 per cento. Insomma, bisogna essere soddisfatti e infatti il sindaco è talmente soddisfatto da aggiungere, con sobrietà: «Abbiamo fatto un miracolo».

Bisogna dire, per prima cosa, che le parole del sindaco sono farina di un vecchio sacco.

La tavoletta della differenziata, sia pure condita ogni volta con salse diverse, era e resta indigeribile.

«Siamo già intorno al 30%», assicura il sindaco. Gli ultimi dati certificati, in realtà, parlano di un pallidissimo 21% a Napoli città.

È davvero tutta colpa delle «informazioni sul bilancio inattendibili e sbagliate» ricevute dai vecchi inquilini di Palazzo San Giacomo, come vorrebbe far credere De Magistris nel tentativo di nascondere il disastro?

Sparare cifre nell'iperspazio, inanellando nuovi proclami, non aiuta a risolvere il problema, serve semmai ad esorcizzarlo.

A trasfigurare la realtà e disegnare un mondo che non esiste.
I grandi capoluoghi che hanno superato il 50 per cento lo hanno fatto dopo molti anni e mettendo in campo ben altri sforzi che non la semplice moral suasion nei confronti dei cittadini.

Alla raccolta differenziata, che non decolla, viene attribuita ogni volta una funziona salvifica, ma bisognerebbe ricordare che la buona differenziata, quella che non svena nei Comuni ne i cittadini, è il risultato di un percorso organizzativo e gestionale virtuoso, che richiede costi, sforzi organizzativi e capacità di management.

Ora la svolta, annunciata e promessa.
L'impianto di compostaggio, che dovrebbe sorgere entro la primavera 2016 a Scampia, avrà un bassissimo impatto ambientale e «tratterà» 20mila tonnellate di umido all'anno.

Dopo due gare andate deserte, e anni di attesa, il Comune fa suo il progetto presentato da un raggruppamento di imprese di cui fa parte anche Gesco, a cui sarà affidata la gestione dell'impianto.

Gesco non è un nome qualunque, ma il consorzio che riunisce le cooperative sociali e che generalmente si occupa di immigrati, rom, anziani e bambini.

Cosa c'entrino le coop del welfare con la monnezza e con la frazione umida non è ben chiaro, ma l'intera operazione, per così dire, odora assai di politica: leader del consorzio Gesco è infatti un ex assessore di De Magistris, Sergio D'Angelo.

E D'Angelo è anche il leader di Sinistra in Movimento, gruppo consiliare con il quale il sindaco sta cercando di riaprire il dialogo nel tentativo di allargare, dopo l'ingresso in giunta di Sel, una maggioranza ancora assai sbrindellata.

Fin qui i dubbi, ma è la cornice a far spavento. Tutto quello che si muove intorno. Anzi, che non si muove.

L'unico impianto di termovalorizzazione (Acerra) non riesce da tempo a smaltire tutti i rifiuti trattati negli impianti intermedi e all'orizzonte continua a non esservi traccia di soluzioni strutturali.

A meno che non si consideri strutturale, ovviamente, la soluzione principe fin qui adottata, quella di spedire allegramente i nostri rifiuti in giro per l'Europa.
Business per gli altri, costi alle stelle per i contribuenti, già vessati da una tassazione iniqua a fronte di un servizio scadente.

Mentre sei milioni di ecoballe attendono da anni di essere smaltite e sull'intera filiera continua a gravare l'ombra della maxi-multa europea.

Dopo tanti proclami, e percentuali da giocare al lotto, vorremmo cominciare a vedere qualche risultato.

Sì, qualche risultato non guasterebbe.
30/1/2015
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